(A.Abbate) – Non fateci più la bocca, Keita non si tocca. E pensare che quest’estate Sabatini aveva studiato un piano diabolico: a Formello sospettavano ci fosse l’ex diesse giallorosso, amico fraterno dell’agente Calenda, dietro la rottura del Balde giovane con la Lazio. Il motivo? Lotito non l’avrebbe mai venduto alla Roma, così il manager aveva studiato una cessione al Monaco per un anno di transizione prima del ritorno sull’altra sponda del Tevere. Una catapulta infernale scongiurata dopo l’addio di Sabatini. Così adesso Keita sogna un bacio di Giuda a un’altra pretendente. E mica una qualunque. Dopo aver punito il Napoli, Keita punta la Roma per eguagliare il suo record in A: aveva segnato 5 gol in 23 gare nella stagione dell’esordio (2013/14). Poi appena uno in quella successiva e quattro proprio nell’ultima, ma in 31 partite. Ecco invece quattro centri del Balde giovane nelle prime 14 giornate. Anzi, in realtà 12. Perché il senegalese era ancora fuori rosa contro Atalanta e Juve. A intermittenza contro Genoa e Palermo, Keita ora vuole trovare il primo gol nel derby. Anche se in realtà ne aveva già segnato uno in Primavera tre anni fa.
PREMIO – Sette dribbling al Barbera per ritrovare la rete, niente. Il giorno dopo però si becca il premio del Futbol Català come giovane più promettente, al fianco di Gerard Pique (miglior giocatore dell’anno) e Pep Guardiola (miglior allenatore). Torna a casa per far vedere al Barcellona chi è diventato e cosa si è perso. Insieme alla Spagna, che non gli ha ancora concesso il passaporto. In Senegal l’hanno abbracciato e inserito nella lista dei cinque candidati al pallone d’oro. Guai a lasciarsi scappare un talento così, per questo la Lazio ci pensa e ripensa: ripartiti da qualche giorno nuovi tentavi per trattenerlo a Formello, saranno ancora vani? Milan, Juve e Inter restano alla finestra, ma Tare fra le righe non pensa a gennaio: «Quando partirà Keita per la Coppa d’Africa, scopriremo Luis Alberto e Kishna». Al momento per Inzaghi c’è solo Lombardi e non è certo Keita. Per il Financial Times uno dei giocatori chiave per la propria squadra. Messi, Ribery e Moratasono sul podio. Keita davanti a Cristiano Ronaldo, Cavani e Icardi, ma non a Dzeko, il più decisivo in A. Il bosniaco si dimentichi i suoi cross: ora Keita ha di nuovo la testa alla Roma, ma per tuffarsi sotto la Nord.