Alla vigilia di Roma-Chievo Verona arriva la conferenza stampa di rito da Trigoria di mister Luciano Spalletti, che risponderà alle domande dei presenti a partire dalle ore 12,30.
Inizia il mister: “Nura e Lobont proseguono la riabilitazione. Florenzi lunedì ha cominciato la corsa lineare nei tempi previsti e aumenterà i carichi nelle prossime settimane. Paredes ha la caviglia che gli da fastidio. Manolas ha un infortunio alla coscia destra. Totti, Nainggolan e De Rossi sono da valutare oggi“.
Come ha reagito il gruppo dopo la sconfitta di Torino?
“Benissimo, sono sconfitte che fanno male ma poi nell’analisi obiettiva all’interno dello spogliatoio dopo la partita è venuto fuori un discorso molto bello, con presa di coscienza della nostra situazione attuale, non bisogna buttar via tutto in 5 minuti per questo ko che comunque ci da fastidio. Siamo 3 punti più distanti dalla Juve, ma ci sono altre considerazioni da fare a favore dei nostri ragazzi. Loro devono rimanere convinti della propria forza, stanno lavorando in maniera corretta. Ieri bsta rivedere l’allenamento”.
Cosa si aspetta dalla Roma domani con il Chievo?
“Mi piace evidenziare il buon lavoro di Maran, un allenatore di sostanza e la squadra gioca bene. Sono corti, fanno fuorigioco alto, elementi come Pellissier, Meggiorini, Floro, Birsa o Inglese sono forti. Noi dobbiamo essere attenti sulle loro verticalizzazioni improvvise, dobbiamo dare seguito alle accelerazioni. Se fai possesso palla di poca qualità ti saltano addosso e diventa difficile uscire. In quei 5 minuti da non buttare all’aria c’è anche la possibilità d vincere questa partita. Appena mi domandano del contratto analizzo anche questo”.
Ripartiamo proprio dal contratto…
“Ho sempre detto le stesse cose precedentemente, voi gli date un taglio diverso. Nel calcio si usa così, io ho l’imposizione di vincere con la mia squadra, la ricerca dev’essere quella. Si fanno gli inventari e si fanno le analisi. In questa annata in confronto alle squadre migliori d’Europa si è fatto bene, con 81 punti totali, siamo nella media delle grandi. Ci sono i presupposti di andare avanti, ma a fine anno se ne riparla. Bisogna vincere per forza contro il Chievo, è fondamentale per noi. I ragazzi stanno facendo bene, ma a fine anno si farà l’inventario come nelle aziende, i presupposti di crescita. Sennò ti posso dire visto che non ho vinto nulla facciamo 5 anni di contratto, ma mi sembra più scorretto, io sono più abituato a portare a casa un risultato”.
E’ pronto Mario Rui per esordire? Gerson può tornare dal 1′ minuto?
“Mario Rui ancora non è pronto per giocare, sta lavorando bene. Gerson è stato preso di mira in questi giorni, ha un quindicesimo di responsabilità sul risultato di Torino. Non capisco cosa c’entri lui con la sconfitta. Può giocare nel suo ruolo, ma qual’è? Io negli allenamenti che ho dico centrocampista offensivo, su una fascia come a Torino senza permettere mai un cross al suo dirimpettaio. Potevo capire se Alex Sandro avesse fatto cose impressionanti. L’avrei tenuto in campo se non avesse preso l’ammonizione, ma la colpa datela a me non lo citate così per distruggerlo. Avevate già provato a farlo con Emerson, ora non fatelo con lui”.
Szczesny ha usato parole forti. Perché la Roma è più ‘ragazzino’ e meno ‘uomo’?
“In alcuni momenti abbiamo fatto vedere un volto diverso rispetto alla qualità della squadra, siamo stati ragazzini per esempio a Cagliari, quelli sono punti da non perdere. Oppure nel finale di Bergamo, visto come si era messa la partita. Perdere con la Juventus ci può stare, abbiamo perso in maniera degna. Abbiamo fatto un bel secondo tempo, mordendo alti e sbilanciandoci un poco. E’ una forzatura da fare, la squadra si è comportata bene. Il termine ragazzini è riferito ai cali che abbiamo avuto, Szczesny l’ha sintetizzata così e ci può stare”.
E’ vero che Perotti e El Shaarawy hanno espresso perplessità per giocare a destra?
“Si, si trovano meglio a sinistro, lo hanno detto a tutti. Si fa così più per la palla imbucata, il gioco di Zeman ha insegnato questo. Io non sono d’accordo, c’è da fare un po’ di opera di convizione perché di là non hanno mai giocato. Ma le mie scelte sono dipese da altri fattori, dal fatto che avevo dei calciatori mezzi e mezzi come Peres, Salah. Gerson sa tenere palla addosso, è bravissimo, se in futuro impara a perdere qualche palla di meno può diventare bravo anche davanti alla difesa con qualità a far girare palla”.
Si avvicina il mercato; puoi dire di cosa ha bisogno la Roma? A centrocampo la coperta è corta…
“Noi nel tentare di fare l’inventario si sentirà anche i giocatori, se c’è qualcuno da accontentare, diventa poi una gestione problematica e si va a mettere mano. Visto ciò che abbiamo a disposizione forse un centrocampista se capita giusto lo potremmo fare. Per il resto ci sentiamo abbastanza tranquilli. Non faremo scelte strane”.
Ci spiega meglio la questione del rinnovo a fine stagione?
“E’ successo già 10 anni fa, devono esserci tanti presupposti. Voi non cambiate mai, allo Zenit nessuno vi conosceva. Poi criticate i tecnici, ma uno ora vince al Barcellona, un altro in Premier. In ogni lavoro ci devono essere degli obiettivi, per voi non lo so perché siete sempre gli stessi”.
Qual’è la differenza tra te e Sarri, perché tante differenze sul modo di affrontare gli impegni?
“Prima ero più rigido con le scelte, come lui. Ma si può fare quando hai una squadra costruita piano piano. Le caratteristiche dei giocatori diventano importanti, c’è chi fa meglio delle cose, altri peggio. Sarri è bravo a convincerli, a me ogni volta viene in mente il gioco del Napoli, apprezzo l’allenatore perché si vede la sua mano. Quando il segnale è così limpido c’è la possibilità di riconoscere quello che fai, anche se la ripetitività annulla certe scelte. Non c’è mai la perfezione completa, lui mette tutto in considerazione quando lavoro con la sua squadra. Io mi sono ammorbidito, ho cambiato qualche situazione tattica dettata anche da certi infortuni. Abbiamo cominciato con la difesa a quattro, poi abbiamo messo il quinto. Ora avendo un po’ di scelta in più non ho i doppioni classici e ho dovuto modificare qualcosa. Penso si possano fare tutte e due le cose, il gioco del Napoli è più un marchio definito e metterà in difficoltà il Real Madrid, questo lo apprezzo e lo stimo. Se non vinco niente a fine anno, firmo per altri 5 anni”.
Dal 2001 è arrivata 8 volte seconda, perché non si vince da così tanto?
“Secondo me siamo stati bravi ad arrivare così tante volte secondi. Ora che siamo lì proviamo a fare qualcosa di più, tenere l’asta più alta possibile. I giocatori devono essere meno banali possibili, accettando la considerazione del risultato. Manca spesso professionalità da tutte le parti, i giocatori devono saperlo, il rispetto verso tutti, l’educazione ad essere condizionato nella tua vita dalla professione che fai. Poi arrivi in fondo e c’è un altro più bravo e bisogna vedere, è difficile quando sono così perfetti e possono sfruttare tutto quello che hanno a disposizione. Qualche risultato doveva essere diverso. Per quanto mi riguarda il lavoro della Roma è molto dignitoso, questo si potrà sottolineare dopo il Chievo”.
Lei vuole vincere a tutti i costi; un eventuale secondo posto che stimolo è per lei? Valuterà i risultati o il lavoro?
“Si valuta tutto, la posizione in classifica, i risultati, la crescita, il peggioramento dei calciatori a disposizione. Si valuta la squadra in relazione con l’allenatore, se c’è un obiettivo comune o un punto da rincorrere che tutti vogliono, si apre il più possibile. Poi tutti ci si rende conto di quello che è il lavoro, si valutano tutte le strane scelte”.
El Shaarawy, non ha più reso dopo l’infortunio. Ha ancora problemi fisici? Domani gioca Vermaelen?
“Ha avuto un problema con l’adduttore, l’ha tenuto un po’ nascosto per giocare. Ma è un ragazzo eccezionale, ha qualità assoluta, va sostenuto caratterialmente perché ci sono cose e piazzole che gli piacciono di più e di meno. Gli piace prendere più esterno il pallone, non come Insigne che gioca tra le linee. Deve migliorare nella lotta, mentre in qualità e finalizzazione se tira in porta fa vedere il massimo della sua qualità, di sinistro un po’ meno. A destro dovrebbe andare più per il cross, mi stimola ma c’è da metterla in pratica perché avendo una prima punta forte fisicamente bravo dentro l’area come Dzeko si dovrebbe crossare meglio, ma sarebbe anche un passo indietro. Vermaelen può darsi che giochi domani”.
Spalletti fa gli auguri ai presenti: “Ho portato il mio vino, ma prendetene solo una bottiglia che costa caro. Domani c’è il Toys day all’Olimpico per portare un sorriso ai più disagiati. Il mio vino si chiama bordocampo, l’ho dedicato a Cherubini“.
GGR