(A.Ciardi) – La Nike suona la carica. Se in Spagna veste due delle tre grandi storiche (Barcellona e Atletico Madrid), se in Italia dopo un ultradecennale rapporto con la Juventus ha nel portafogli Roma e Inter, se in Francia si lega a Paris Saint-Germain e Monaco (in Germania, patria di Adidas e Puma, è difficile fare la voce grossa), in Premier League in questa stagione sta vivendo l’anomalia della perla rara, essendo sponsor tecnico soltanto del Manchester City, lontana dalla leadership dell’Adidas (5 club: Chelsea, Manchester United, Middlesbrough, West Bromwich Albion, Sunderland), dalla Puma (3: Arsenal, Burnley, Leicester) e dalla Umbro (3: Everton, Hull City, West Ham). Una sola squadra: come, con tutto il rispetto, l’azienda canadese Dryworld che veste il Watford e la JD Sport sponsor tecnico del Bournemouth. Ma l’azienda statunitense sta preparando un rilancio in grande stile in Inghilterra.
(…) I due club vestiti dalla Nike, Inter e Roma, hanno contratti che fanno sorgere domande su come il calcio italiano sia considerato dai grandi investitori. 18 milioni a stagione per l’Inter. 5 milioni a stagione per la Roma (per i giallorossi anche una percentuale extra su parte del ricavato delle vendite delle maglie). Le uniche due big italiane marchiate Nike ottengono insieme un terzo di quanto guadagnerà dallo stesso sponsor il Chelsea a partire dal prossimo primo luglio. (…)
(…) L’Italia continua a faticare per intravedere quantomeno la targa dei bolidi stranieri che oramai da quasi un decennio la umiliano alle voci fatturati, stadi, main sponsor, sponsor tecnici. La Juventus rappresenta in parte un’eccezione che sa quasi di miracolo considerando i numeri dei club coi quali si misura in Europa. Roma e milanesi hanno proprietà straniere, o meglio Roma e Inter sì, il Milan forse la avrà da marzo, ma a oggi cercano ancora l’assetto giusto, cambiando spesso manager incaricati di far crescere l’appeal del brand. In una infuocata conferenza stampa datata giugno 2015 James Pallotta non le mandò a dire (eufemismo) alla Nike, accusata di gestire male la distribuzione dei prodotti marchiati As Roma. Il Napoli ha una gestione del club più simile a quelle patriarcali del secolo scorso che a quelle moderne. Per non parlare di Lazio e Fiorentina, che senza illudere nessuno hanno sposato da anni il basso profilo (…).
LEGGI QUI L’ARTICOLO INTEGRALE
Fonte: ilposticipo.it