(L. Loiacono) Un taglio alle cubature (-20 per cento), ma non nella dimensione richiesta dal riottoso assessore Berdini. Se da un verso l’incontro di ieri tra la sindaca Raggi e i proponenti del progetto Tor di Valle può far pensare ad una possibile accelerata al piano, dall’altro è emersa ancora una volta la volontà da parte del Campidoglio di ridurre l’impatto del cemento di contorno allo stadio. Ed è proprio su questo punto che ancora manca l’intesa, su una struttura che gli ambientalisti chiamano ecomostro.
Dall’incontro di ieri infatti non è uscito un accordo su quanto debba saltare in termini di cubature da limare: si parla però di 200 mila metri cubi rispetto ai 400 mila ipotizzati. Si parla della volontà di cancellare almeno il 20% dall’intero impianto che dovrebbe nascere a Tor di Valle. Le prime a saltare sarebbero quindi due delle tre torri previste nel progetto e disegnate dall’archistar Daniel Libeskind: potrebbero essere cancellate e sostituite da due palazzi di proporzioni inferiori. Sul fronte dei servizi e delle infrastrutture sembra sfumato definitivamente l’allungamento della metro B per un possibile potenziamento della Roma Lido. In bilico ci sarebbe anche la costruzione del ponte previsto inizialmente nel progetto.
Il tempo stringe: la Conferenza dei servizi infatti il 6 febbraio dovrà essere pronta ad allegare una variante urbanistica. La partita resta aperta, quindi, e venerdì, la la discussione sullo Stadio di Tor di Valle arriverà in giunta con il maxi-emendamento per l’approvazione del bilancio.