(F. M. Magliaro) La data è quella del 31 gennaio. Solo 17 giorni per trovare una soluzione al cul de sac in cui Berdini e la Giunta 5Stelle si sono infilati da soli con le loro indecisioni. Pochi scenari plausibili e alcuni punti fermi. La variante urbanistica che Berdini, nella memoria del 16 settembre, aveva calendarizzato per il 16 novembre in Giunta e il 17 dicembre, dopo l’esame di Municipi e Commissioni, al voto in Consiglio comunale è saltata. Il testo è stato scritto ma mancano i numeri. Frutto, questo dell’indecisione della Giunta. Né i colloqui con la Roma e il costruttore Luca Parnasi producono chiarimenti.
Quindi, i tempi tecnici per la variante sono saltati. Si aprono alcuni scenari. Se non venisse considerato valido il «silenzio assenso» sancito nelle norme amministrative, rimarrebbe o il ricorso alla Presidenza del Consiglio che, però, ha dei tempi lunghissimi, oppure il ricorso al Tar per il silenzio inadempimento del Comune. In quel caso, se il Tar accogliesse il ricorso, verrebbe nominato un commissario ad acta che adotterebbe la variante basandosi sulla delibera di Marino e sulle decisioni della Conferenza di Servizi. E il Campidoglio rimarrebbe passivo spettatore.