(D.Luciani) – Un’orchestra sinfonica d’alto livello che cambia qualche interprete ma mantiene inalterata la qualità. Luciano Spalletti ha plasmato una Roma “totale”, una squadra in grado di portare a casa il risultato quasi a prescindere dagli undici schierati. Persi Florenzi per infortunio e Salah per la Coppa d’Africa, la Roma non ha più “schegge” che scombinano la partita all’improvviso ma ha trovato altre sicurezze devastanti. I due gol subiti nelle ultime otto partite sono più di un segnale. Forti dietro, solidi e lucidi in mezzo e devastanti in attacco.
Una crescita costante da inizio dicembre, concretizzata nel 2017 con le trasferte vincenti di Genova e Udine. La prima in casa del nuovo anno non poteva essere migliore, 4-0 alla Sampdoria negli ottavi di Coppa Italia. Un successo importante perché consente ai giallorossi di avere il Cesena ai quarti di finale, anche se l’ultima squadra di B incontrata – lo Spezia – ha portato l’esonero di Garcia. Una vittoria con Szczesny, Manolas, Palmieri e Strootman a riposo, Perotti in recupero. Una rosa da 20 titolari.
Superato il grosso spavento iniziale con il palo colpito da Muriel, la Roma cerca di esprimere il proprio gioco davanti ad una Samp dal ritmo indiavolato. La squadra di Giampaolo, senza Torreira, Quagliarella e con qualche seconda linea, parte con un’intensità spropositata insieme ad un’ottima organizzazione e discreta tecnica. Budimir mette in difficoltà Fazio su ogni pallone alto mentre Djuricic, Fernandes e Linetty (quest’ultimo nettamente il migliore dei suoi) corrono veloci a prendere la “seconda palla” nello spazio davanti alla difesa.
Spalletti ha un Nainggolan in più, pendolo costante tra le due trequarti. Il belga si materializza in ogni zona del centro destra del campo mentre sul lato opposto è buona l’intesa tra l’esordiente Mario Rui e El Shaarawy, autori di un’ora a buon livello. Gli esterni giallorossi si piazzano con i piedi sulla linea del fallo laterale, dando ampiezza appena la squadra recupera il pallone. La forza e la solidità della Roma nascono dalle scelte dei tre centrali: Rudiger e, soprattutto, Juan Jesus lasciano le briciole agli avversari, facendo vivere un turno di riposo a Manolas. De Rossi e Paredes manovrano puntuali con buona velocità del possesso palla e mettono forza in tutti i contrasti.
Davanti Dzeko è sempre pronto alla sponda ed è furbo a cercare il duello più con Regini che con Silvestre, più forte nel corpo a corpo. Il centravanti bosniaco fa salire la squadra, gioca sempre palloni di qualità e stasera riesce anche a trovare l’importante gol del 2-0, rete n°19 in stagione che ne fa il giocatore più prolifico della Serie A in tutte le competizioni.
La prodezza di Nainggolan sul finire del primo tempo lancia la Roma verso una ripresa in cui è importante l’approccio determinato, con la voglia di andare a far male aggredendo alta la Samp. Proprio l’errore in disimpegno di Cigarini viene sfruttato da El Shaarawy servito dal recupero di De Rossi. Dzeko impallina il buon Puggioni, 2-0. Budimir si divora il gol che potrebbe riaprire la partita dopo l’unico errore da matita rossa di Fazio e Juan Jesus. La ripartenza romanista è letale con una grande giocata di Dzeko che mette in porta El Shaarawy: caparbio il Faraone nel vincere il corpo-a-corpo con Bereszynski e morbidissimo il pallonetto con cui supera Puggioni. 3-0 e pratica chiusa.
C’è ancora il tempo per far mettere minuti importanti nelle gambe a Perotti, rientrato dal problema al polpaccio: l’argentino piazza almeno tre accelerazioni devastanti innescato come sempre divinamente da Totti, entrato subito dopo il terzo gol. Puggioni nega due volte il gol al capitano. La partita sembra avviarsi al termine senza altri sussulti ma, ad un minuto dal 90′, Nainggolan ha ancora la forza per inserirsi a mille all’ora in area per trovare il tocco di testa che vale il poker su delizioso assist da sinistra di Perotti.