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Leggo La beneficenza delle stelle, El Shaarawy nella start-up CharityStars: “Avviciniamo i personaggi famosi ai fan”

(A. Capradossi) Aiutare le onlus regalando momenti indimenticabili alle persone è il binomio vincente dietro al successo di CharityStars. La startup fondata nel 2013 da tre giovani italiani ha devoluto più di 5 milioni di euro alle organizzazioni non-profit. Soldi che senza le aste sul sito – dove si propongono oggetti ed esperienze con le celebrità – non sarebbero mai finiti nelle casse delle varie associazioni. L’idea è proporre una maglietta di un calciatore, un pranzo con un imprenditore, il casco di Valentino Rossi, oppure i biglietti in prima fila per le sfilate di alta moda; ognuno fa la propria offerta, chi offre di più si gode il regalo, con l’85% dell’importo che viene girato agli enti benefici (oltre 350 quelli supportati finora) e il 15% che resta. Nella start up presente anche il calciatore della Roma Stephan El Shaarawy.

Come nasce l’interesse per la startup?
«In principio come investitori e poi con le donazioni di oggetti memorabilia. Da un paio d’anni insieme a mio fratello siamo molto attivi nel settore delle startup: è un mercato in crescita e, al contrario di quanto si pensa, in forte evoluzione».

Perché ha investito nella società?
«Perché è un progetto nel quale crediamo molto, come nel comparto in generale, cruciale per migliorare il tessuto industriale italiano e creare nuovi posti di lavoro, specie per i giovani. CharityStars mi ha entusiasmato subito per l’idea geniale di avvicinare i personaggi famosi ai fan, che acquistano oggetti dei propri idoli supportando così onlus che faticano a raccogliere fondi».

Oltre alle maglie, c’è qualcos’altro che si sente di offrire più avanti?
«Le maglie e gli indumenti indossati sono gli oggetti più richiesti ai calciatori. In futuro potrei offrire nuove esperienze. A proposito delle In famiglia siamo sensibili al tema e un giorno mi piacerebbe avere una fondazione».

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