(F.Capurso) – Lo hanno chiamato «eretico», «comunista», ma Paolo Berdini,assessore all’Urbanistica di Roma, è un uomo difficile da incasellare. Di certo anarchico, nel suo approccio con il Movimento 5 stelle: quasi esterno alla giunta grillina, libero dalle briglie nel dire sempre ciò che pensa e con una guerra da vincere, quella per evitare speculazioni edilizie nel progetto per lo stadio della Roma. Ora che la sua battaglia rischia di naufragare, e che la sindaca Virginia Raggi è sempre più incatenata dal commissariamento politico di Beppe Grillo e dalle vicende giudiziarie, Berdini sente il bisogno di sfogarsi, anche se non riesce a darsi una risposta, per come si sia arrivati a questo punto. «Non lo so, è stato fatto un errore dopo l’altro». Prima con la nomina di Raffaele Marra, poi la polizza di Romeo, «e se è uscita questa cosa su L’Espresso, fra qualche giorno magari ne esce un’altra. Non si può dire che sia finita la musica». Si stringe nella giacca, mentre dopo una giornata di lavoro tenta di fare il punto. «Trovo la situazione esplosiva, questa città non tiene».
Il problema, per il professore “anarchico” di Roma, sembra essere proprio la Raggi: «Su certe scelte sembra inadeguata al ruolo che ricopre. I grand commis dello Stato, che devo frequentare per dovere, lo vedono che è impreparata. Ma impreparata strutturalmente, non per gli anni. Se vai, per dirne una, a un tavolo pubblico e dici che sei sindaco di Roma, spiazzi tutti. Lei invece…» – e nell’esitazione, Berdini si accarezza i baffi, prima di tirare un sospiro che nulla ha del sollievo – «Mi dispiace. Mi dispiace molto». «Se lei si fidasse delle persone giuste… Ma lei si è messa in mezzo a una corte dei miracoli. Anche in quel caso, io glie l’ho detto: “sei sindaco, quindi mettiti intorno il meglio del meglio di Roma”. E invece s’è messa vicino una banda». È forte il sapore del rimorso e della rabbia per non essere stato ascoltato quando, da mesi, aveva avvisato la sindaca dei pericoli che Marra e il Raggio magico portavano con sé. «Io sono amico della magistratura, Paolo Ielo lo conosco benissimo, è un amico, ma lei è stata interrogata otto ore. Anche lì c’è qualcosa che non mi torna». «Come se ne esce? Non lo so. Io questo non lo so». E si allontana nella notte romana.
fonte: La Stampa
Ore 10.40 – Lo stesso Berdini in mattinata ha voluto smentire l’articolo di giornale tramite Rai News con queste parole: “Mai rilasciato intervista a La Stampa. Tutti siamo impreparati di fronte al baratro di Roma“. Il quotidiano torinese ha diffuso un comunicato nel quale conferma quanto scritto questa mattina.