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L’ironia del capitano Totti fa gol all’Ariston

(M.Molendini) – Totti scende in campo per il Festival e fa il campione di ironia. Non è facile passare dal pallone alle canzoni, il rischio dell’impaccio è pesante, lo insegnano tanti ospiti sportivi transitati dall’Ariston e non solo dall’Ariston. Francesco, in blu rigorosissimo, quando Conti lo invita a presentare una coppia di cantanti, Nesli e Alice Paba, riesce anche a smontare provvidamente la retorica del testo, con il tono della voce e gli ammiccamenti: «Stili diversi» recita il gobbo e aggiunge: «Ma non per questo distanti» e Francesco sottolinea con il sorriso il luogo comune del copione. E’ da tempo che Totti viene chiamato associato al mondo della spettacolo. C’è perfino chi ha prefigurato un suo futuro come attore, magari impiegato in qualche cinepanettone pronto a sfruttare la sua gloriosa storia di calciatore. E chi gli aveva vaticinato un futuro nella comicità dopo il suo exploit editoriale sulle barzellette.

IL COLORE VIOLA – E, dopo una pausa, ha aggiunto autoironicamente: «Troppo banale anche perché praticamente non ho giocato. Sarà per un’altra volta». Poi un rvm ha illustrato i suoi 14 gol alla squadra del conduttore-direttore artistico che gli ha chiesto: «Ce l’hai con noi?». E Totti, secco ma con il sorriso canzonatorio: «Il colore viola mi piace». Meglio degli autori del Festival, con le sue risposte e la sua sobrietà. E l’ironia innata, molto romana. Vuoi presentare una canzone dei campioni? Gli domanda Carlo. E Francesco di nuovo ammiccando: «Sei sicuro? Guarda che siamo in diretta». Poi si mette a leggere il testo: «Adesso una coppia in gara….» si ferma, sogghigna, commenta: «Questo l’ha scritto Ilary. Poi glielo chiedo a casa». Il meglio viene quando poi presenta Michele Bravi e la sua canzone Il diario degli errori fra i cui autori c’è Cheope (il figlio di Mogol) che Tottipronuncia Sciopé. Ride e chiede: «Perchè, come si chiama?». Forse è ancora divertito dalla battuta di Crozza: «Totti, il nostro calciatore più rappresentativo, ha cominciato a giocare quando c’era ancora Sivori. Sai perché vuole lo stadio? Perché vuole la panchina con alzata assistita».

fonte: Il Messaggero

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