(A.Arzilli) – La soluzione sull’ippodromo di Tor di Valle, il nodo tecnico che ingarbuglia l’iter sullo stadio della Roma, la dà direttamente il Campidoglio. È la Sovrintendenza capitolina chiarire cosa fare della tribuna firmata dall’architetto Julio Lafuente che, secondo la Soprintendenza del Mibact, riveste un «interesse particolarmente importante»: basta spostarla. Nel parere datato 18 gennaio (ma protocollato il 23) il passaggio della Sovrintendenza comunale è doppio: «Parere favorevole al progetto, con la prescrizione di valorizzare, anche parzialmente e mediante riproposizione in luogo adiacente, le tribune dell’ippodromo di Tor di Valle». L’importanza della struttura costruita nel 1959 c’è, ma c’è anche modo per andare oltre. Cioè tribuna traslata di qualche metro in modo da essere restaurata e preservata a futura memoria. È il corto circuito tra Sovrintendenza e Soprintendenza, però, a sottolineare come la partita su Tor di Valle, a nove giorni dal triplice fischio in Conferenza di servizi, sia aperta a qualsiasi risultato. Così mentre gli attivisti grillini, e con loro numerosi consiglieri arrabbiati perché di nuovo «non coinvolti» nelle scelte, protestano urlando il loro «no allo stadio», e mentre Grillo sconvoca il summit programmato per l’ora di pranzo in Campidoglio facendo imbufalire la maggioranza M5S, Raggi e i seguaci della linea del dialogo esaminano le carte che hanno in mano: il parere non favorevole del primo febbraio da parte degli uffici, l’iter di vincolo sull’ippodromo lanciato dal Mibact, il documento della Sovrintendenza comunale, più tutto il faldone implementato in oltre due anni di burocrazia.
Un garbuglio. E lo spostamento dell’ippodromo è una delle soluzioni esaminate dal Campidoglio. Il problema è dove, semmai, spostare la tribuna. Perché in Comune, oltre al vaglio dei curricula per le cariche ancora vacanti (Alberto Coppola è in pole per l’Urbanistica), si pensa ad uno spostamento «tattico» della tribuna proprio nella zona adiacente allo stadio. Dove i proponenti, Roma e Parnasi, hanno messo su carta la costruzione del Business park che, di fatto, è l’elemento reale di compensazione economica dell’intero progetto. Per Raggi, insomma, il progetto va avanti, ma solo se viene fatto rientrare nei requisiti richiesti dal Movimento e tratteggiati anche ieri da Grillo. Cioè un progetto che sia ecosostenibile, che passi da una rimodulazione delle opere pubbliche e da un’ulteriore sforbiciata alle cubature, quelle del Business park della discordia. Al di là dei vincoli e dei rimedi, il problema è tutto lì: nel cemento. I temi saranno oggetto del summit politico di oggi in Campidoglio nel quale convergeranno il dg della Roma Mauro Baldissoni e il costruttore Luca Parnasi per discutere (forse) addirittura con Grillo in persona. Potrebbe essere l’ultimo appuntamento prima della fine della Conferenza dei servizi, teoricamente la fine della partita sullo stadio a meno che, oggi, non emerga come probabile la necessità di una proroga.
fonte: Il Corriere della Sera