(G. Giubilo) – Si prende tutto, la Juve: titolo d’inverno, ulteriore record della striscia positiva, chiude imbattuta il girone di andata. Vince con merito a Bergamo, firme inattese sulla vittoria, Lichtsteiner e Giaccherini, due pali e le palle-gol fallite da Matri legittimano il risultato, nota negativa gli infortuni di Marchisio e Pepe. Per l’apertura delle danze, pomeriggio celebrativo per Francesco Totti, superato Nordhal, miglior bomber in Italia con la stessa maglia. Luis Enrique gli ha regalato dopo un’ora la meritata standing ovation, estesa subito dopo a Erik Lamela, un altro dei supererori della serata con i due splendidi assist per il capitano, anche se il raddoppio era in fuorigioco. Comunque nella cinquina al Cesena, tre gol in 9 minuti, c’è tutto lo spirito della squadra, la totale adesione al dettato di Luis Enrique. Senza porsi traguardi, si può inseguire il futuro con serenità. Dopo avere dedicato le doverose attenzioni all’anticipo di Bergamo, attesa per la replica del plotoncino che presidia l’alta classifica. Per il Milan, impegnato nella seconda sfida al Novara nel giro di pochi giorni, il traguardo resta ormai quello del secondo posto. Allegri ha problemi di formazione, lo stop di Aquilani e Boateng e le non perfette condizioni di Seedorf tolgono qualità al centrocampo, pesa meno l’ennesimo guaio muscolare di Pato, forse Robinho si integra meglio con Ibra. Ma il tecnico è allarmato soprattutto dall’inedito impatto con il sintetico, forse non sufficiente a colmare il gap rilevante che la classifica testimonia. L’Udinese deve difendere la sua posizione, che attualmente recita Champions League. Ma riflettori sono puntati sul Meazza, dove va in scena il confronto che i 65 punti complessivi promuovono a livello di eccellenza. L’Inter ha l’occasione per proseguire nella sua miracolosa rincorsa verso traguardi neanche ipotizzabili due mesi fa. Ma i romani non vogliono rivivere le amarezze della scorsa stagione. Alto il rendimento esterno della Lazio nel girone ascendente, «sporcato» solo dai 4 gol presi a Siena, quasi gli stessi incassati nel totale delle altre trasferte. Una Lazio ispirata è in grado di frenare, o almeno rallentare, l’imperiosa marcia dell’Inter nella versione Ranieri: un nome per altro un po’ indigesto per Reja e per il tifo biancoceleste. Unico dubbio fra Rocchi e Cisse, favorito il veneziano.