(M.Cecchini) – Doveva essere solo una tappa verso il match di domenica contro l’Inter e tale si è dimostrata, ma l’onore è stato ferito. La Roma approda sì agli ottavi di finale di Europa League, ma perdendo male contro il Villarreal, in gol con Borré. Tutto questo al termine di un match che dal punto di vista dell’impegno ha messo la squadra di Spalletti — forte dello 0-4 di 8 giorni fa — dietro la lavagna, meritando i fischi dell’Olimpico. E se alla fine il migliore in campo è di gran lunga Alisson, questo spiega tutto.
SOLO GIALLI – Certo, come le due squadre affrontino la partita lo raccontano le due formazioni: i giallorossi infatti schierano solo 5 titolari rispetto all’andata, mentre i ragazzi del Sottomarino giallo addirittura uno, il capitano Bruno Soriano. Queste premesse però non giustificano l’impegno della Roma, anche perché il Villarreal intende onorare la manifestazione e al termine dei 45’ è meritatamente in vantaggio dopo aver segnato un gol con Borré, aver colpito una traversa con Soriano e aver costretto Alisson a due ottimi interventi su Hernandez e lo stesso Soriano, ex Samp (che nella ripresa smorza con la mano in area una punizione di Totti). Per intenderci, i giallorossi non tirano in porta neppure una volta: l’unico mezzo brivido lo provoca un cross radente di Peres per Perotti che l’ex milanista Bonera salva in angolo. Tutto qui. Eppure gli uomini di Spalletti avrebbero un tasso tecnico non banale, sgranato nel 3-4-3 di base, con Totti di nuovo titolare interpretando il ruolo di centravanti senza mai cercare la profondità come Dzeko, ma preferendo abbassarsi per servire i tagli degli esterni. Il problema è che non arrivano quasi mai, perché gli spagnoli controllano la palla e nel gioco delle sovrapposizioni degli esterni nel 4-4-2 affondano soprattutto sulla corsia di destra. Insomma, davanti ad Alisson si balla. Non è un caso che la rete arrivi grazie un cross di Soldado mal controllato da Vermaelen, che appoggia la palla per il tiro di Borré. Soriano ed Hernandez conducono il gioco sui sedici metri avversari (56,5% di possesso palla), anche perché De Rossi e Paredes sono soli a caccia della palla e nelle ripartenze El Shaarawy e Perotti convincono poco.
AUTOCRITICA – Nella ripresa Spalletti, con l’ingresso di Rüdiger, vira sul 4-2-3-1. L’esito è che i ribaltamenti diventano più efficaci e così Andrés viene finalmente impegnato: una volta di testa da El Shaarawy e due dal limite da Perotti, anche se l’occasione migliore la sciupa Totti al 32’, quando spara alto una buona palla dell’argentino. Ma le occasioni migliori ancora una volta sono del Villarreal, soprattutto quando nel finale Rüdiger si fa espellere per doppia ammonizione. E allora, dopo aver deviato al 4’ su Borré, Alissonnel finale compie due mezzi miracoli su Dos Santos e lo stesso Borré. Morale: apprezzabile l’autocritica finale di Spalletti: «Colpa mia. Il turnover toccherebbe a me, ma possiamo passare anche altri turni». Vero, ma occorrerà dare di più.
fonte: La Gazzetta dello Sport