(F. Rossi) Due imbuti: uno stradale, l’altro ferroviario. Nell’annosa sfida tra trasporto pubblico e privato, il progetto del nuovo stadio di Tor di Valle rischia di penalizzarli entrambi, costringendo i tifosi della Roma a viaggi lunghi e faticosi verso l’impianto sportivo, nei giorni delle partite. Ad aggravare la situazione ci si mette anche l’ulteriore taglio alle opere infrastrutturali, già ampiamente insufficienti nel progetto originario, deciso nel nuovo accordo tra il Campidoglio e i costruttori, raggiunto venerdì sera a Palazzo Senatorio: niente metropolitana, riduzione da 15 a 2 dei nuovi treni a disposizione per la Roma-Lido, ponte sul Tevere e svincolo della Roma-Fiumicino rinviati alla realizzazione «in un secondo momento».
LE STRADE – La prevista sforbiciata ha già messo in preallarme la Regione: «Mentre è stato detto chiaramente che le attuali cubature saranno ridotte in modo significativo, non si conoscono ad oggi le opere e le infrastrutture per garantire la mobilità, il miglioramento dell’ambiente e della qualità urbana – avverte l’assessore regionale alla mobilità, Michele Civita – Su tutto ciò la Regione eserciterà il ruolo e la funzione di sua competenza». Gli interventi previsti sulla via del Mare non basteranno a migliorare la situazione: anche dove è prevista l’unificazione con l’Ostiense, tra Tor di Valle e il Grande raccordo anulare, resteranno quattro corsie complessive a disposizione per i due sensi di marcia (come adesso). La sede stradale sarà evidentemente inadeguata nei giorni delle partite, ma anche per il traffico abituale, vista la realizzazione prevista del business park annesso allo stadio, con forti penalizzazioni sopratutto per gli automobilisti provenienti da Ostia, Acilia e Vitinia.
IL FERRO – Se il traffico privato rischia di finire in un imbuto, anche il trasporto pubblico non se le passerà bene. Affossato il progetto di una diramazione della linea B della metropolitana – considerato prioritario nella delibera approvata dall’assemblea capitolina, a dicembre 2014, per il riconoscimento della pubblica utilità dell’opera – si è passati al piano subordinato, ossia il potenziamento della Roma-Lido. Ma nel progetto, a parte la ristrutturazione della stazione di Tor di Valle, non ci sono lavori di rafforzamento e ammodernamento della ferrovia. E, come detto, i treni aggiuntivi sono stati drasticamente ridotti. Già nell’impianto originale, peraltro, i nuovi convogli avrebbero garantito una frequenza di passaggio di un treno ogni sette minuti e mezzo, appena sufficiente a dare un po’ di respiro ai pendolari attuali, ma inadeguata ad affrontare una pressione di trentamila passeggeri in più, prevista per i giorni di gara allo stadio. Senza contare che i costi del rafforzamento del servizio in concomitanza con gli eventi sportivi costerebbe all’Atac circa 1,5 milioni l’anno: costi che andrebbero a ripercuotersi sul contratto di servizio tra l’azienda di via Prenestina e l’amministrazione capitolina.