(L. De Cicco) La lettera che sconfessa il «parere Berdini» è sulla scrivania della sindaca Virginia Raggi da ieri pomeriggio. E verrà spedita in via Colombo tra oggi e domani. Il provvedimento ritira la valutazione «non favorevole» espressa dal Campidoglio lo scorso 1 febbraio, quando l’ex assessore all’Urbanistica era ancora in carica, e spiega che l’amministrazione di Roma Capitale è pronta a esprimere un «parere definitivo» per autorizzare l’operazione Tor di Valle. Per seguire da vicino la riscrittura del progetto, oggi tornerà a Roma l’avvocato del M5S, Luca Lanzalone, che incontrerà il nuovo direttore generale del Campidoglio, Franco Giampaoletti. Scelto dalla sindaca Raggi a gennaio, come anticipato dal Messaggero, Giampaoletti è atteso in giornata a Palazzo Senatorio per l’accettazione dell’incarico.
IL NUOVO MANAGER – Il manager, che arriva da Unicoop Tirreno dopo un passato al Comune di Genova (così come il segretario generale Pietro Paolo Mileti), riceverà il dossier stadio per programmare le prossime mosse. Anche perché resta da superare il «parere di motivato dissenso» espresso dalla Soprintendenza dei Beni culturali, che ha evidenziato «problemi di carattere paesaggistico», criticità per «le sponde del Tevere», e il mancato rispetto di alcune procedure come le indagini di archeologia preventiva.
INCONTRO RAGGI-LOTITO – Mentre anche la Lazio si è fatta viva con il Comune per resuscitare il progetto dello “stadio delle Aquile” (Lotito ha chiesto un appuntamento con la Raggi), la vicenda Tor di Valle – e il taglio delle opere pubbliche – continua ad alimentare lo scontro tra Pd e M5S. Ai dem che attaccano l’accordo Comune-privatisostenendo che «verranno tagliate tutte le infrastrutture di supporto», la sindaca replica via Facebook: «Dimenticano che abbiamo tagliato tre grattacieli e migliaia di metri cubi, il 60% degli edifici commerciali». La Raggi si dice sicura che «il nuovo progetto avrà le opportune infrastrutture per di accedere all’area dello stadio», spiegando che gli uffici comunali hanno realizzato le simulazioni sul traffico. «Un ponte sul Tevere – dichiara la Raggi – snellirà il flusso delle automobili e il potenziamento della ferrovia Roma-Lido permetterà di raggiungere l’area in treno». In attesa del prossimo round in conferenza dei servizi – venerdì 3 marzo, quando i proponenti chiederanno una proroga di 2 mesi – lo scontro politico tra Comune e Regione si combatte via agenzie stampa. Ieri il presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito (M5S) ha attaccato la Pisana, augurandosi che «la Regione non ostacoli la costruzione dello stadio per mere ragioni politiche». Replica il consigliere Pd Marco Palumbo: «Le parole di De Vito sembrano un alibi per coprire gli scontri interni ai grllini». Intanto sono diventate un caso le parole pronunciate dal vicepresidente grillino della Camera, Luigi Di Maio, che su La7 ha detto che «le infrastrutture si faranno con soldi pubblici», anziché con il contributo dei privati come previsto dal progetto. La gaffe, smentita dai suoi stessi compagni di partito quando confermano che le infrastrutture le pagheranno i proponenti, è stata rimarcata dall’ex sindaco Ignazio Marino: «Non c’è bisogno di realizzare uno stadio con un investitore privato se poi le opere pubbliche le fa il pubblico». Capitolo rimpasto: in Campidoglio proseguono i colloqui, ieri l’assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo, ha spiegato che «l’annuncio arriverà il prima possibile». Oltre ai due responsabili delle deleghe dell’Urbanistica e Lavori Pubblici, lasciate libere da Berdini, potrebbe esserci una terza figura: un assessore per le Politiche abitative, al momento in capo a Laura Baldassarre.