
(T.Carmellini) – Peccato! La Roma ci ha provato, ha giocato la sua partita, ha rimesso tutto in discussione, ma ha pagato pesantissimo quel 4-2 dell’andata. Ai quarti di Europa League passa il Lione, in una serata incredibile di quelle che non potevano essere diversamente viste le premesse e le protagoniste in campo. È il normale epilogo di questo periodo terribile nel quale la Roma ha buttato una stagione in nove giorni, ma dal quale però, nonostante l’eliminazione di questa sera, sembra essere uscita: perché nel complesso la squadra di Spalletti gioca una buona partita alla quale però manca un gol e questo 2-1 che va strettissimo non basta per andare avanti. Eppure i quarantatremila dell’Olimpico ci avevano creduto, perché il sogno della remuntada era a un passo. Ma in questo sport chi sbaglia paga e la Roma lo sa benissimo, lo ha vissuto fin troppe volte sulla sua pelle. Nemmeno Agatha Cristie l’avrebbe potuto immaginare questo avvio di serata fotocopia alla gara d’andata. Altro che thriller, ai tifosi romanisti servono nervi d’acciaio e un cuore nuovo di zecca per superare una serata così. E l’incrocio dei pali centrato da Rudiger dopo sei minuti è stato prologo perfetto. La Roma scende in campo col dente avvelenato, crea e sbaglia come sempre: troppo. E non è nemmeno fortunata: Rudiger è solo l’inizio, perché Lopes risponde sempre «presente» all’assalto. Cosi, dopo diciotto minuti di gioco a senso unico, da palla inattiva, al primo tiro in porta arriva il vantaggio francese. Incredibile ma vero. Stessa dinamica, stesso protagonista, Diakhaby, stessa amarezza che fa 1-0 e ammutolisce un Olimpico tornato a ruggire come ai vecchi tempi. La Roma incassa, è stordita quasi incredula che possa essere successo ancora, ma resta lì e alla prima ripartenza rimette tutto in gioco: Strootman di cattiveria dà la zampata che fa 1-1 e il popolo romanista ricomincia a sperare.