(L.De Cicco) – «Il progetto è in ritardo. Slitta tutto alla prossima settimana». La notizia circolava già da ieri mattina nei corridoi di Palazzo Senatorio. Ed è rimbalzata fino a Milano, nello studio di Luca Lanzalone, l’avvocato incaricato dalla sindaca Virginia Raggi di seguire la trattativa sul progetto Tor di Valle. E non è un caso se proprio Lanzalone, oggi, non salirà sul treno per partecipare al vertice con James Pallotta. Il manager di Boston, salvo ripensamenti, stamattina stringerà la mano alla sindaca. «Ma non si porterà la sacca da baseball», commentavano ieri nello staff della prima cittadina. Come a dire: sarà una «visita di cortesia», senza documenti. Senza, soprattutto, i nuovi rendering che in Comune ormai aspettano dal 24 febbraio scorso, quando è stato raggiunto (a voce) l’accordo sul dimezzamento delle cubature per l’«Ecomostro» di negozi e uffici.
LA FEBBRE DI PALLOTTA – L’ennesimo rinvio ha indispettito non poco la Raggi e il suo staff. Tanto che ieri ambienti del M5S romano ventilavano perfino l’ipotesi di una cancellazione del vertice con Pallotta. Della serie: «Di che cosa dobbiamo parlare, senza un progetto?». Alla fine il faccia a faccia dovrebbe esserci, per evitare una rupture plateale. Con la promessa che i privati consegnino il progetto preliminare lunedì prossimo. Anche se ieri, dalla Roma, facevano sapere: «Pallotta ha la febbre». Un’indisposizione che ha tenuto il presidente giallorosso lontano dagli spalti dell’Olimpico, dove si giocava il match di ritorno con il Lione. E che, si vedrà, potrebbe ufficialmente giustificare anche una sua assenza in Campidoglio.
LE OPERE PUBBLICHE – È un nodo che dovrebbe essere affrontato oggi nel vertice tra Raggi e Pallotta, che nel pomeriggio potrebbe incontrare anche il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Un altro vertice, invece, ieri è stato disertato proprio dalla sindaca. Attesa in Commissione Urbanistica alla Pisana, la Raggi non si è presentata. Scatenando l’ira del Pd, che in Regione è maggioranza. «Le istituzioni per il M5S non valgono nulla», attacca il capogruppo dem Massimiliano Valeriani. Parla di uno «sgarbo istituzionale» anche il forzista Adriano Palozzi. Presente invece l’assessore regionale all’Urbanistica, Michele Civita, il quale ha spiegato che «se il progetto cambierà si dovrà valutare se la variante sarà sostanziale o se, in caso contrario, si può procedere con una rapida valutazione del progetto attuale». Nel primo caso, infatti, l’assessore ha precisato che «andrebbe chiusa la procedura di valutazione attuale per aprirne una nuova». Civita ha ribadito che per la Regione «l’intervento in quel quadrante in termini di opere pubbliche rimane un aspetto fondamentale».
Fonte: Il Messaggero