Il tecnico della Roma Luciano Spalletti ha risposto alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa alla vigilia di Roma-Sassuolo. Queste le sue parole:
Si inizia col bollettino medico: “Non ci sono cose particolari, ho visto grandissima disponibilità a rimettere a posto quello che può venir fuori da una sconfitta del genere. Ci sono molte botte da rimettere a posto. Dzeko ha preso un calcio e una botta in faccia, ma di infortuni veri e propri per il momento non se ne ha il sentore. L’allenamento di oggi diventa fondamentale”
Due giorni dall’eliminazione in coppa. Può essere difficile ritrovare gli stimoli giusti in così poco tempo?
“Bisogna essere obiettivi e raccontarsi sempre la verità, dire sempre quello che si pensa, bisogna confrontarsi, essere realisti ed analizzare quello che è successo. E’ una di quelle partite dove il giorno successivo ti alzi ed hai la sensazione di aver perso tutto, di voler rimanere al buio quando vai in bagno, di non avere quasi più niente in mano, è una sconfitta che ti dà fastidio e brucia, però poi va analizzata in maniera corretta la cosa. Ti rendi conto che la partita ha detto che c’hai tutto in mano, l’asticella delle possibilità è quella lì, possibilità importanti e belle. Ti viene a mancare questa competizione, però è stata determinata da una partita che avevi meritato. Quella è la partita che io volevo che avessero giocato, l’hanno fatta bene. Questi risultati ti lasciano senza fiato, però poi i discorsi devono essere fatti corretti. Questo è il livello di calcio che noi si può giocare, soprattutto contro una squadra forte come quella lì. Se fai 25 tiri in porta, un record, è segno che la squadra ha fatto bene. Nel finale abbiamo concesso qualcosa, facendosi prendere un po’ troppo dal tempo restante, ci hanno fatto delle ripartenze su palle perse determinate proprio dal tempo mancante. Il Barcellona ha vinto la partita con 6 gol, facendo una ventina di tiri, quindi meno della Roma. Per cui cosa dici, dico che i 25 tiri in porta sono veramente tanti e sono stati bravi. Io mi auspico che anche nelle prossime partite facciano così bene come in quella partita lì. Se faremo altre partite così porteremo a casa tante vittorie e rimarremo in Europa. Una partita la puoi perdere, ma l’anno dopo ti riproponi e fai vedere che ci sei ancora, fai vedere che sei forte mentalmente nei momenti di difficoltà che hanno tutti, soprattutto in un campionato duro come il nostro. In sintesi è l’analisi venuta fuori quando ci siamo parlati. I giocatori hanno la sensazioni di aver perso tutto quando sei davanti a loro nello spogliatoio, ma poi l’analisi è corretta e si tenta di riessere quelli lì anche domani sera. Ieri molti giocatori hanno fatto fuori subito il defaticante, sono voluti uscire, di solito non ce la fanno dopo una partita così aspra. Oggi nel giro telefonico del dottore non c’è nessuno che ha bisogno di recuperare. Sono dettagli fondamentali e importantissimi, ho a che fare con ragazzi di spessore anche a livello umano”.
Un suo giudizio sul Sassuolo e sulla stagione attuale della squadra? Di Francesco?
“Di Francesco lo conoscete meglio di me, è un ragazzo serio, eccezionale, un professionista di assoluta qualità sotto tutti gli aspetti. L’anno scorso hanno fatto un grandissimo campionato, quest’anno hanno avuto un momento di difficoltà, hanno una squadra forte, quanto successo questa stagione è un po’ una cosa normale, una cosa determinata dalla qualità espressa l’anno scorso. Non è facile tenere quei livelli lì ed arrivare in Europa, ci sono anche gli altri. Ci può stare che abbiamo questo momento dove non tutto va al punto giusto, hanno giocatori forti, hanno giocatori che abbiamo guardato anche noi, come Defrel, hanno Berardi, hanno dei nazionali, hanno un gioco di squadra, hanno un modo di giocare dove hanno lavorato per due anni, portando avanti lo stesso disegno tattico e di qualità. E’ una squadra che ha un gioco e una vocazione offensiva, ha fraseggio, ha verticalizzazione”.
Manolas e Rudiger hanno dei margini di miglioramento nella fase di possesso palla?
“Secondo me ci sono degli spunti corretti in quello che dici, degli spunti di confronto e di dialogo. Spesso quando si va a parlare di comandare la partita si vede che le squadre forti cominciano da dietro per andare a fare la partita. Ora si cercano i portieri che abbiano buoni piedi, il Barcellona ha abbassato Mascherano in difesa. Il Napoli e la Juventus sanno far fare benissimo ai difensori i registi, noi sotto questo aspetto dobbiamo migliorare. Rudiger, Fazio e Juan Jesus lo sanno fare, è un saperlo fare che si può migliorare. Non abbiamo avuto il tempo di lavorare su questi qui per essere al top, abbiamo dei margini di miglioramento paurosi. Si fanno analisi parziali, non a 360°. Io dico: che tempo ho avuto per lavorare su questi qui per essere al livello di altri club? Si va dentro una lettura più approfondita e corretta e si vede che Rudiger si è fatto male durante la preparazione, Fazio è arrivato una settimana prima del campionato come Peres, Vermaelen si è fatto male, Juan Jesus è arrivato a Pinzolo, Mario Rui si è fatto male. Tu li metti dentro, devi pensare su come lavorarci. In quel periodo iniziale si è preso qualche gol di troppo che giustamente ci avete fatto notare, ma dal punto di vista del lavoro non c’era tempo. Quando le partite sono così ravvicinate non ti alleni, c’è solo l’allenamento singolo. Oggi non possiamo fare un allenamento con ritmo altissimo, Alberto De Rossi ci manda gente per lavorare con noi. Quelli che sono stati a riposo potrebbero giocare contro una squadra delle giovanili. Io l’altra sera la difesa l’ho vista perfetta, in alcuni momenti abbiamo fatto il tre contro tre in tre posizioni diverse. Siamo stati trenta metri più su complessivamente come squadra, gli siamo saltati addosso sempre, abbiamo soffocato qualsiasi tipo di ripartenza, poche volte sono stati in area di rigore. Non siamo stati bravi in quel secondo tempo lì dell’andata andando a tirare in ballo un discorso complessivo, ma abbiamo fatto bene tante cose. E’ un discorso di cui ci vuole tempo per farlo quello che dici, ora si vede la differenza rispetto a quando siamo partiti, avendoci lavorato sopra. Poi chi non lo vuole vedere rimanga di quell’idea. I registi della squadra sono i centrali che arrivano fino a metà campo, con i centrocampisti che si schiacciano. E’ una chiave per il futuro e per la qualità di gioco della Roma”.
Cosa è cambiato nell’ultimo mese e mezzo? Parlava di ossessione della vittoria e ora dice forse sono io che porto sfiga…
“Ci avete fatto il titolo, ve lo devo dire per bene questo. Io non sono sfigato, ho raggiunto un livello di vita e di professione che è quello lì, la sfortuna non può togliermi niente. Spero che questo sia anche per te, spero tu abbia raggiunto un livello professionale dove la fortuna o la sfiga non ti cambino niente. Anzi forse la fortuna ti porti qualcosa di positivo. E’ un modo di dire così, io sono fortunatissimo, non posso essere sfigato, professionalmente ho raggiunto quel livello lì, che ti piacciano o no i risultati raggiunti sono quelli lì. La sfortuna non ti può togliere niente. Io sudo molto, mi impegno di molto, sono fortunatissimo, tranquillo. Io sono l’allenatore della Roma, sono fortunato. Tu mi fai psicanalisi tutti i giorni, siete voi gli sfigati. Oggi avete chiesto all’artiglieria pesante, avete mandato agenti sotto falso nome per vedere che luna o oggi. Siete sempre a tentare di vedere che luna ho per farmi un’analisi a me, a volte invece di articoli mi sembrano oroscopi, rileggo tutti gli articoli, sono una persona fortunatissima, non posso avere sfortuna”.
Sfigato l’hai detto te però…
“Se lo metti in risalto e ci ritorno vuol dire che ti interessa questo. Sfigato o no lo determina quello che la fortuna può darti e quello che la sfortuna può toglierti. A me la sfortuna non può togliermi nulla, su oltre ventimila tesserati col patentino ho fatto venti anni di Serie A. Anche se mi cacciano tra due partite sempre Spalletti rimango”.
Io avevo scritto delle ombre perché tu ne avevi parlato…
“Ma io prendevo per il culo te con quella frase, perché tu ne avevi parlato”.
Sfigato in base a cosa?
“Io ho detto che le posizioni, sfigato lo determina la posizione dove la fortuna ti può dare e sfortuna togliere. Io sfigato non posso essere. Volevo parlare di calcio come abbiamo fatto, tu vai a prendere quello nel tuo essere giornalista di professione e metti in risalto la cosa. Non sono sfigato e sono serio, non è un gioco di parole. La definizione di essere sfigato è questa, fortuna e sfortuna è stata determinata dal sudore e farò così finché sarò qui lavorando per il tentativo di lasciare una Roma forte fino all’ultimo giorno. Questa è la mia posizione”
Cosa ne pensi della possibilità che Lotito diventi presidente della Lega di B?
“Gianni è preoccupato, sa come la penso sulle ultime elezioni. Io mi sentivo più dalla parte dei giocatori, ma senza conoscere le trattative e i programmi. Non sono stato molto d’accordo nella conoscenza delle cose. Devo chiarire delle cose con la mia associazione, alcune cose non mi garbano. Ti posso parlare delle presenze di Ricci se vuoi, ci si sta quanto vi pare su queste cose qui”.