(S. Carli) – Ancora un mese, e verso la fine di aprile le cose per Mediaset inizieranno a chiarirsi un po’ di più. Perché per fine aprile dovrebbe uscire il nuovo bando per assegnare i diritti tv della Champions per il triennio 2018-21. Perché il 25 aprile c’è l’assemblea di Vivendi dove si vedrà se Bolloré riuscirà nell’intento di rafforzare la sua presa sul gruppo. A fine aprile arriveranno le decisioni di AgCom su come vada interpretata la normativa anticoncentrazione che pone forti limiti ad un incrocio azionario Vivendi-Mediaset. Ma intanto si parte domani, con il tribunale di Milano, sezione Civile, che terrà la sua prima udienza nel procedimento intentato dal Biscione contro Vivendi per il suo rifiuto dell’agosto scorso di rispettare il contratto di acquisto della pay tv Premium.
E nel frattempo? Nel frattempo i manager Mediaset vanno in giro con un un’aria meno affranta rispetto a qualche mese fa e sembra essere tornata un po’ di fiducia. Anche se le mosse del Biscione, al momento, e a parte il fronte legale, sembrano improntate all’attendismo […]. Fine aprile è anche un termine che viene bene per il duplice fronte dei diritti del calcio. Sulla Serie A non ci sono problemi: la Lega, anzi l’advisor Infront che organizza le aste, ha fatto sapere che temporeggerà sulle nuove gare in attesa di capire quanti e quali saranno i concorrenti. Se ci sarà una Premium forte, a far da contraltare a Sky, oppure no. Affermazione non elegante ma non certo illegale, visto che si tratta di beni “privati”, e infatti l’ad di Infront Luigi De Siervo, che se l’è lasciata sfuggire, ha cercato di smorzare poi i toni, ma insomma, nessuno si attende tempi rapidi. Anche perché la soluzione al nuovo scenario sarebbe di spezzettare i diritti delle squadre di A non più in due soli pacchetti ma in modo più articolato, come si fa già, per dire, in Gran Bretagna. In questo modo si potrebbe favorire la partecipazione della stessa Premium, pur con un impegno finanziario molto minore, e magari anche le telco. Tim ha già fatto sapere che acquisire diritti del calcio non viene più considerato un tabù, e la stessa Vodafone non smentisce un suo possibile interesse, tutto ancora da valutare.
In tal caso in Mediaset si fa strada l’idea di studiare ipotesi di possibili combinazione di acquisti con l’una o l’altra telco per restare presente nel settore, valorizzare la struttura operativa e la piattaforma tv. L’asta per i diritti di Champions e Uefa League, potrebbe essere l’occasione per una prima prova generale. Ma il tema pay tv ha un ulteriore fronte, quello tecnologico. Che Mediaset abbia sviluppato un suo Piano B nel caso non trovi un acquirente per Premium è ormai chiaro. Un piano basato sul taglio dei costi, sulla ristrutturazione dell’offerta (meno calcio ma non senza calcio e più film e serie tv). E pure qui, anche se l’attendismo è la chiave di lettura di queste settimane, qualcosa si comincia ad intravedere.
Intanto nel nuovo piano industriale di Mediaset, presentato in dicembre, al capitolo Premium si parlava già di “aprire” la piattaforma. L’ipotesi sarebbe di mettere sul mercato competenze tecnologiche e di marketing per fare da gestore di pacchetti di contenuti di altri. Mediaset ha l’esclusiva per l’Italia di film e serie di due major come Warner e Universal: potrebbe organizzare canali con questi contenuti, confezionarli, seguirne la messa in onda, l’assistenza e anche la fatturazione. E magari seguirne il collocamento perfino nel bouquet di Sky. Sarebbe in sostanza un operatore di rete “neutrale”. E lo stesso potrebbe fare con Sony, che ha appena preso due canali sul digitale terrestre, anche in questo caso comprandoli da Costantino Federico, e che presto dovrebbe svelare i suoi piani. Infine c’è l’annoso problema del satellite. A Cologno negano con decisione ma tra gli addetti ai lavori l’ipotesi circola ancora: si tratterebbe di iniziare ad affiancare all’offerta della pay sul digitale terrestre anche un’offerta via satellite. Inizialmente come opzione in più ai nuovi abbonati, poi si vedrà. I costi? Irrisori quanto ad affitto di banda satellitare: un megabit trasmesso via terrestre costa fino a 17 volte più rispetto al satellite. E in Italia ci sono circa 8,5 milioni di parabole attive puntate su HotBird 13. Poco più della metà sono utenti che usano l’inaccessibile decoder Sky, ma il resto sono di Tivusat e di utenti free. E tutti ormai hanno decoder con uno o due slot per smart card. Un bacino potenziale tutt’altro che trascurabile. E c’è chi vede nelle rimozione di Franco Ricci al vertice di Premium, sostituito un paio di settimane fa da Marco Leonardi (uomo Mediaset esperto nei diritti tv), un segnale possibile. Ricci è l’uomo che alla nascita della pay tv di Mediaset puntò tutto sul terrestre, opponendosi senza mezzi termini al satellite.
Fonte: Repubblica – Affari & Finanza