(A. Angeloni) – Non ufficialmente, ma il futuro è cominciato. La presenza di Jim Pallotta a Roma non deve e non può essere legata solo allo stadio (ieri incontro anche con il ministro Luca Lotti, con le barriere in Curva come sfondo della discussione: si va verso la rimozione per il derby del 4 aprile, ora la palla passa alla Questura): il progetto tecnico deve andare avanti, al di là dei risultati di questa stagione. Siamo davanti a un bivio o forse nemmeno uno solo, la sterzata comincia ora. I nodi da scogliere sono tanti e la qualificazione al secondo posto e quindi ai gironi di Champions, sposta, eccome se sposta in chiave futura. Pallotta parla di giovani. Si ma che vuol dire giovani? Tornare al 2011? All’utopia, alla Roma bambina o alla rivoluzione culturale? No, magari vuole dire che sui giovani non bisogna commettere errori del passato: spendere sì, ma su elementi che hanno già dimostrato di essere all’altezza (Kessié). Non a caso Pallotta in queste ore ha incontrato, insieme al suo fido-amico-collaboratore Alex Zecca l’attuale ds, Frederic Massara. Altro aspetto da chiarire, il ds: arriva Monchi? Così traspare da Trigoria, ma nessuno annuncia realmente il suo arrivo. Perché da lì (ri)parte tutto.
JIM TRA MINISTRI E DIRIGENTI I colloqui dello spagnolo con Franco Baldini, con lo stesso Pallotta, testimoniano che un minimo le idee sono chiare ma, per tutta una serie di motivi, occorre comunicarlo quanto prima. Significherebbe dare un segnale forte, di maggiore tranquillità. Ovvero, mettere una pietra: si riparte da qui. Sarebbe una certezza in più, non male in una fase di incertezza, non male per una squadra che l’anno prossimo, è vero che avrà a disposizione un posto in più in Champions, ma avrà pure concorrenti maggiori: la Juve c’è e ci sarà, l’Inter, a detta di tutti, farà uno squadrone e il Milan forse, oltre al Napoli che è già di alto livello e non si prevedono cali negli investimenti e nelle ambizioni. Monchi e Baldini poi, dovranno scegliere l’allenatore. Ecco, altra incognita. A Trigoria fanno sapere di non aver ancora pensato a un dopo Spalletti (mancano 100 giorni alla scadenza), perché Spalletti non ha ancora comunicato ufficialmente (ma l’ha fatto ampiamente capire) di voler/dover andare via. Con Pallotta però non ha ancora approfondito il discorso. E’ chiaro che anche qui si sta perdendo tempo e la Roma deve cominciare a ragionare su chi sarà alla guida della squadra l’anno prossimo. Le candidature sono tante, si va da Mancini a Di Francesco, fino a Montella, poi ci sono i cavalli dei singoli ds e/consulenti. Facile pensare a Emery (Psg), sponda Monchi, come è scontato considerare Pochettino (Tottenham), sponda Baldini. Entrambi hanno possibilità dio liberarsi. Certo, Conte metterebbe d’accordo tutti, perché in tanti a Trigoria pensano sia l’uomo ideale e in più, da Londra verrebbe via, non solo per una questione famigliare ma anche di rapporti con la proprietà che, a quanto pare, non sono più come all’inizio. Non costituiscono priorità, stando a quando ha riferito Pallotta, i rinnovi dei contratti dei calciatori: Totti, Strootman, De Rossi, più l’adeguamento di Nainggolan («a Roma sto benissimo, non ne faccio una questione di soldi» ha ribadito ancora una volta) e Manolas. Le cessioni ci saranno, dipenderà anche dal piazzamento in campionato. Che parta Manolas appare parecchio scontato, in lista c’è anche Paredes. C’è il mercato della scorsa estate da pagare (una quarantina di milioni). Poi, tutto può cambiare.
CHAMPIONS CUP La Roma avrà pure qualche incognita da risolvere, ma una cosa è certa, che la squadra affronterà – anche la prossima estate – una tournée negli States per il torneo ICC (International Champions cup), con il seguente calendario: 19 luglio PSG-Roma in città da definire, 25 luglio Roma-Tottenham a New York (Red Bull Arena), 30 luglio Roma-Juventus a Foxborough (Gillette Stadium, vicino Boston). Pallotta si è detto soddisfatto. Ovvio.