(F. Ferrazza) La ricetta di Spalletti non prevede troppi giri di parole. «Il modo migliore per arrivare al derby è vincere contro l’Empoli. Il resto non conta». Il resto sarebbero le incertezze legate al suo futuro, l’arrivo del nuovo ds Monchi, i programmi di una Roma pronta ad affrontare l’ennesima rivoluzione societaria. L’unica evasione a deviare i pensieri, è per il ritorno dei gruppi ultras contro la Lazio. «Ogni volta che la palla uscirà dal campo, io mi girerò verso la curva, perché mi è mancata e me la voglio godere». I lavori di rimozione delle barriere in Sud cominceranno questa notte, mentre in Nord sono già state abbattute. Anche perché, all’andamento della coppa Italia – levando le ambizioni legate alla possibilità di uno scudetto matematicamente ancora raggiungibile – è legato il suo futuro in giallorosso. «Io se non vinco, non rimango – ribadisce Spalletti – e parlo di vincere un titolo. Sono due anni che lo dico, poi intorno ci potete mettere quello che volete».
Quindi il raggiungimento del secondo posto non sarebbe un traguardo sufficiente per restare. E questo lo ha detto in faccia anche a Pallotta, nella cena della scorsa settimana. «Abbiamo parlato di tante cose ed è stata l’occasione per dirgli di persona quello che ho detto a voi. Quel che mi ha invece detto, bisogna chiederlo a lui, non sono uno spione».
Probabilmente il presidente giallorosso non gli ha parlato di Monchi, visto che sull’argomento il tecnico toscano sembra piuttosto freddo. «Non ho parlato di lui con la società. Il mio direttore sportivo è Massara, bisogna avere rispetto di chi lavora e lui ha lavorato bene con la Roma. È una persona squisita, ha una qualità incredibile. Ho letto sui giornali che Monchi è un grande professionista, altro non posso dire». Intanto il dirigente spagnolo ha ieri salutato ufficialmente il Siviglia – senza ufficializzare la scelta della Roma – all’interno di una conferenza stampa d’addio.
Ma di programmi e mercato futuro ci sarà tempo, Spalletti è troppo concentrato su una stagione che vedrà domani affrontarsi le due rivali dei giallorossi per il secondo e il primo posto: Napoli e Juventus. «Se riesco, la partita me la vado a vedere al San Paolo, ma senza gufare nessuna delle due, perché io penso solo a fare bene il mio lavoro». E il lavoro di Luciano passa per la gara di stasera contro l’Empoli. Confermata l’assenza di De Rossi, toccherà a Paredes e Grenier (non ci sarà neanche lo squalificato Strootman) controllare il centrocampo di una Roma che non può permettersi passi falsi a soli tre giorni dal derby.