(M. Zorzo) Andrea Agnelli nel mirino del fuoco nemico ma pure di quello amico. Il presidente della Juventus sempre al centro dell’attenzione per le presunte connessioni con la criminalità organizzata per i biglietti ceduti ai capi ultrà della curva. Tanto che Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, ha detto: «In Italia le mafie arrivano persino alla Juventus: questo è chiaro». Ieri Giuseppe Pecoraro, Procuratore Federale, ha parlato davanti alla Commissione Antimafia: «Al di là delle intercettazioni, io mi occupo della gestione dei biglietti e abbonamenti. Se c’è in questa gestione una permeabilità della dirigenza juventina questa non riguarda me ma la Commissione Antimafia e la procura. Una cosa è certa: i biglietti sono stati distribuiti anche a persone legate alla criminalità. Tra chi dominava nel bagarinaggio degli abbonamenti e dei biglietti, e si parla di una cifra alta, c’era pure Dominello».
Parole che fanno rumore. Anche se poi Pecoraro corregge il tiro: «Mai accostato Andrea Agnelli alla Ndrangheta. Però sono convinto che l’incontro tra il numero uno juventino e Dominello c’è stato». Quindi interviene anche il procuratore capo di Torino, che smentisce lo stesso Pecoraro: «Non c’è stata nessuna interpretazione da parte dei nostri pm». Il tutto in merito alle intercettazioni del 2016.
Questo è il fuoco nemico: e quello amico? Voci di corridoio vicine alle stanze dalla Signora insistono: John Elkann, presidente di Exor, la holding proprietaria della Juventus, vorrebbe un cambio alla presidenza bianconera: «Un futuro brillante è esattamente quello che sta costruendo anno dopo anno la Juventus», ha detto ieri Elkann, che ha aggiunto: «Il quinto scudetto consecutivo ci colloca sullo stesso piano della più grande Juventus di tutti i tempi, quella del quinquennio d’oro degli anni 30».
Ma non è tutto: il progetto sarebbe quello di riportare pure quel Alex Del Piero liquidato dal cugino Andrea frettolosamente cinque anni fa. Tuttavia, proprio ieri, John Elkann, ha sottolineato i traguardi sportivi ed economici sotto la presidenza di Andrea Agnelli: fatturato in crescita nella passata stagione (388 milioni) e utili per 4 milioni, nonché il quinto scudetto consecutivo. Con il sesto praticamente in tasca (e soprattutto col sogno Champions League più vivo che mai). Ma tra i due cugini sembra esserci ruggine.