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REPUBBLICA.IT Roma piccola con le grandi. ”Ci manca la regolarità”

As Roma

(Matteo Pinci) Regolarità. La parola magica con cui Luis Enrique aveva bagnato ripetutamente la vigilia della gara di Torino, è forse la maggiore differenza, oggi, tra la Juventus e la Roma. Regolarità su cui la squadra di Conte ha costruito primato e imbattibilità e che invece Totti e compagni non riescono a trovare. Appena te giorni tra la vittoria più convincente della stagione e la sconfitta più dolorosa: il manifesto di una Roma ancora in bilico tra il festival di gol e di un gioco spumeggiante, e la sterilità di quel “tiqi-taca” che aveva caratterizzato l’inizio di stagione.

ROMA PICCOLA CON LE GRANDI: SOLO 2 PARI CONTRO CHI LA PRECEDE – “Ai giocatori avevo chiesto di avere la stessa intensità della Juventus. Ora vorrei avere la loro regolarità”. Già prima della partita, Luis Enrique sembrava avere le idee chiare sui limiti che la sua Roma avrebbe mostrato a Torino. Una fragilità già mostrata contro altre grandi: difficile possa essere un caso se contro le squadre che la precedono in classifica – Milan, Inter, Juventus, Udinese e Lazio – l’undici giallorosso ha messo insieme appena due pareggi in 6 gare, incassando 11 reti e realizzandone soltanto 4. Il segno evidente di una fragilità che emerge soprattutto di fronte a squadre di livello. Lo sanno anche a Trigoria: “Con le grandi ci manca sempre qualcosa, dobbiamo migliorare”. Un limite da ricercare, forse, nell’età media della squadra. In uno stadio che mette i brividi e di fronte a 40 mila spettatori avversari, sono mancati i singoli e il gruppo. Non a caso, però, nell’occhio della critica sono finiti soprattutto tre giovanissimi: il disastroso Kjaer e gli spagnoli Bojan e José Angel. Oltre ovviamente a Lamela, tra i migliori in campo per giocate e personalità, prima di scalciare malamente Chiellini e meritarsi quel “rosso” finale che, proprio come era già capitato a Firenze, ha calato il sipario sulla sconfitta.

LAMELA, “ROSSO” TRA PROVOCAZIONE E SCUSE: NIENTE MULTA? – Un elemento che non avrà gradito la dirigenza americana, che al primo posto ha messo la lotta a tutti quegli atteggiamenti discutibili, in campo e fuori. Una situazione non nuovissima per Erik, che a giugno con la maglia del River durante l’andata degli spareggi salvezza colpì con una gomitata un difensore del Belgrano. In quel caso fu graziato, Banti a Torino non è stato altrettanto generoso. “Certi episodi non aiutano ma non c’entra il codice etico”, ha puntualizzato Baldini. “In ogni caso dovremo parlare con lui”. La società lo farà domani, quando la squadra si ritroverà dopo un giorno di riposo. Per dirgli che il club ha capito il senso di un gesto dettato dalla frustrazione, ma non cattivo né proditorio. Al giovanissimo trequartista argentino (19 anni appena) la società spiegherà la necessità di non lasciarsi andare neanche di fronte alle provocazioni (in questo senso al club sarebbe piaciuto che le immagini tv avessero evidenziato anche la trattenuta di Chiellini). Una situazione a cui dovrà iniziare ad abituarsi, Erik: gli avversari adesso lo conoscono, lo temono e lo studiano. Anche caratterialmente: “Deve prendere atto di una situazione nuova”, spiegano da Trigoria. Il giocatore si è già scusato negli spogliatoi con tecnico e compagni: anche per questo, potrebbe evitare la multa. Soltanto domani, dopo che Baldini e Luis Enrique avranno parlato tra loro e con il ragazzo, prenderanno una decisione definitiva.

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