(S. Canettieri) Un regalo così inaspettato da cogliere il M5S capitolino in contropiede. La norme contenute nella manovra che sbloccano e spingono Tor di Valle, e aprono nuovi possibili scenari sul progetto, hanno tenuto banco nelle chat dei consiglieri pentastellati per tutta la giornata di ieri. Riaprendo una vecchia ferita tra i contrari all’operazione calcistico-immobiliare (un gruppo di 5 consiglieri) e facendo gridare alla forzatura istituzionale il resto della maggioranza: «Così il consiglio comunale verrà esautorato». Il riferimento di diversi big dell’Aula Giulio Cesare è alla norma che equipara il sì della conferenza dei servizi alla variante urbanistica che sarebbe dovuta passare dall’Aula.
LA SVOLTA – Grazie all’articolo 64 contenuto nella manovrina, invece, l’assemblea comunale ratificherà il verbale della conferenza dei servizi. Un aspetto non secondario. La vera insidia, soprattutto per la base del M5S, è rappresentata però dalla possibilità che i proponenti di Tor di Valle possano convertire i volumi commerciali intorno allo stadio in residenziali. Appartamenti al posto di negozi. L’ala Pd del Governo ha messo sul piatto anche questo regalo. Ma dallo staff della sindaca Virginia Raggi sono categorici: il progetto non si cambia, non nasceranno case, i patti sono stati chiari.
LE GARANZIE – Su questo punto l’amministrazione pentastellata sembra netta: «E’ vero le nuove norme danno una possibilità ai costruttori – racconta chi sta al tavolo delle trattative per Palazzo Senatorio – ma senza il via libera del Comune non possono avvenire queste trasformazioni. E visto che la nostra linea non cambierà di un millimetro, possiamo stare tutti tranquilli». Un’apertura a eventuali richieste dei costruttori, infatti, farebbe da detonatore alle mille contraddizioni che hanno attraversato il mondo grillino sulla vicenda dello stadio. E metterebbero di nuovo in discussione il difficile punto di equilibrio trovato dalla sindaca Virginia Raggi con il dimezzamento delle cubature (in origine erano oltre un milione) a fronte però di una drastica riduzione delle opere pubbliche. Ieri negli uffici dell’Eur nuovo incontro tra l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori, gli uffici e i tecnici di Eurnova. «Non sono stati fatti accenni a questa vicenda», assicurano fonti incrociate.
L’ITER – Di sicuro manca ancora il progetto definitivo di Tor di Valle. La mano del Governo non sarà di poco conto: aiuterà a dimezzare i tempi e i passaggi burocratici. Dalla sponda As Roma-Eurnova sono sicuri che l’approvazione dell’assemblea capitolina alla delibera sulla pubblica utilità arriverà entro maggio (anche se tecnicamente c’è tempo fino al 30 giugno) per fare in modo che la nuova conferenza dei servizi possa partire per giugno e chiudersi in tre mesi invece che nei sei canonici. Si arriverebbe così a ottobre per “pulire” l’area e posare la prima pietra entro il 2017. Un cronoprogramma ottimista nonostante gli ultimi favori arrivati dall’ala governista del Pd che a Roma per la prima volta si trova sullo stesso fronte del M5S. Il miracolo di Tor di Valle.