(G. Piacentini) –Davanti ai microfoni e alle telecamere, martedì sera, ha difeso strenuamente i suoi ragazzi, facendo loro i complimenti per la prestazione dopo la pesante sconfitta con la Juventus. Ieri pomeriggio, al chiuso delle mura di Trigoria, ha confermato gli stessi concetti. A far perdere la pazienza a Luis Enrique, però, è stata la cena a cui la quasi totalità della squadra ha preso parte mercoledì sera – nel giorno di riposo concesso dal tecnico spagnolo per recuperare dalle fatiche di coppa – in un noto locale di Via Veneto in cui i calciatori si sono trattenuti fino a tarda notte.
La non brillante condizione fisica in cui si sono presentati in molti ieri alla ripresa degli allenamenti, ha fatto arrabbiare non poco il tecnico spagnolo. «I calciatori devono fare una vita monacale, devono vivere ogni momento con grande professionalità. È importante controllare alimentazione e riposo», aveva detto non molto tempo fa in riferimento ai tanti infortuni occorsi quest’anno. Facile immaginare il suo umore quando ha saputo della cena e soprattutto quando ha visto che il giorno di riposo concesso non aveva avuto gli effetti sperati. Se la sua arrabbiatura influenzerà le scelte per la gara di domenica con il Bologna lo si saprà, come al solito, solo all’ultimo momento.
In extremis, cioè a poche ore dalla fine del mercato, rischia di saltare l’affare-Marquinho. Il calciatore brasiliano è atterrato ieri mattina nella capitale insieme al suo procuratore Rivelino, dopo aver salutato tutti in patria annunciando di avere un accordo con la Roma. A prenderlo, all’aeroporto, ha trovato una macchina della società giallorossa che lo ha accompagnato in albergo, dove è rimasto in attesa di una chiamata per correre finalmente a Trigoria e mettere la firma sul contratto che lo legherà per 4 anni alla Roma a 1 milione netto a stagione.
La chiamata per la firma però non c’è stata – malgrado l’accordo raggiunto – perché il d.s. romanista Sabatini e Rivelino non sono riusciti a limare la differenza col Fluminense per il riscatto da esercitare a giugno: la società brasiliana infatti vuole tra gli 8 e i 9 milioni, la Roma non vuole spenderne più della metà. La Roma pensava di riuscire a chiudere la questione in giornata: per accelerare i tempi, al riparo da occhi indiscreti, ha comunque fatto sostenere al calciatore le visite mediche e preparato (se ne sono occupati Sabatini e Rivelino) il contratto che Marquinho siglerà non appena sarà raggiunto l’accordo col Fluminense.
Il Genoa ha chiesto Greco, la Roma ha risposto negativamente e ha chiesto a sua volta Dainelli. Operazione possibile, perché il giocatore ha rotto con la tifoseria, vuole andare via e ha come procuratore Sergio Berti. Che sia un ramoscello d’ulivo per il contratto di De Rossi?