(S.Mancinelli) – Sono passati vent’anni da quando David Evans cristallizzò in centodue minuti di pellicola le gioie e i dolori del tifoso. Un giovanissimo Colin Firth quasi ci rimise la storia con la compagna incinta per vedere l’ultima di campionato dell’Arsenal, a un passo dallo scudetto. Così a G. S., 28 anni e una gigantesca lupa tatuata sul petto, è salita la «Febbre a 90°» domenica sera. Per vedere la sua Roma in campo contro la prima in classifica si è beccato addirittura una denuncia. Sono le 20,30 di domenica sera. Mancano quindici minuti al fischio d’inizio. Il ragazzo però, che per la sua squadra è già sottoposto a Daspo, la partita non può vederla. Conosciuto alla giustizia per disordini sempre, nemmeno a dirlo, nel corso di manifestazioni sportive, è costretto a presentarsi nella caserma dei carabinieri più vicina a casa e a lasciare la sua firma per dimostrare che allo stadio non è andato nemmeno quella volta. Lui, che ha scritto As Roma pure sul braccio con cui sigla suo malgrado il registro, domenica però sta fremendo come tantissimi altri tifosi sfegatati come lui. La curva Sud è un ricordo, ma a casa ha tutto ciò che serve per non perdersi un tiro. Quindi arriva trafelato, ma in largo anticipo, nella caserma di Acilia, in via di Saponara. «Fateme firmà prima» dice.
fonte: Il Tempo