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IL ROMANISTA. Luis Enrique, nessuna sfuriata alla squadra

Luis Enrique

(C.Zucchelli) – Giornata nervosa a Trigoria. Ieri mattina la lettura di alcuni giornali ha mandato di traverso la colazione a dirigenti e staff tecnico. Le ricostruzioni sulla cena di squadra di mercoledì sera a via Veneto e soprattutto i retroscena di quello che sarebbe successo il giorno dopo al Bernardini (squadra a pezzi, senza forze, e allenamento blando per colpa dei postumi della notte brava dei giocatori) hanno indispettito per la loro falsità sia l’allenatore sia la società. Perché se è vero che si pretende dai giocatori comportamenti esemplari (e a qualcuno è stato fatto notare come tornare a casa alle 2 di notte il giorno prima di un allenamento non sia stato proprio il massimo) è vero anche che lo stesso tecnico non ha fatto nessuna sfuriata nei confronti della squadra. Lo spagnolo, giovedì mattina, ha radunato sì i giocatori nello spogliatoio ma ha parlato con loro per qualche minuto soltanto di aspetti tecnici e tattici legati al campo. Nessun accenno alla cena. Luis Enrique si è invece confrontato, come avviene quotidianamente, con i suoi dirigenti parlando di tutto: della cena, della multa a Lamela per l’espulsione in Coppa Italia, persino del programma delle prossime trasferte (la squadra andrà a Cagliari e Catania in giornata, come fatto a Torino). Normalità, dicono e ribadiscono da Trigoria. Viene detto ufficiosamente e con toni pacati. Ma è stato anche ribadito pubblicamente, e con parole più dure, attraverso un comunicato ufficiale. Nel primo pomeriggio la Roma, dopo una mattinata frenetica di riunioni e dopo che Sabatini si era detto “incazzatissimo” per quanto successo, ha detto: «L’As Roma è costretta ancora una volta a constatare come su molte testate giornalistiche le vicende che riguardano l’attività della squadra, dello staff tecnico o dei dirigenti vengano spesso strumentalizzate, ingigantite o, come nel caso di questa mattina, totalmente inventate. Sono del tutto destituite di fondamento, infatti, le indiscrezioni riportate questa mattina da alcuni organi di stampa e riprese da siti internet e emittenti radiofoniche riguardanti l’allenamento di ieri. In particolare, non risponde al vero che alcuni calciatori si siano presentati in ritardo a Trigoria; che alcuni fossero in condizioni talida non poter sostenere la seduta di allenamento; che allenatore e dirigenti abbiano stigmatizzato il comportamento dei calciatori; che Luis Enrique abbia “strigliato” la squadra; che fosse“imbufalito”, “furioso”, “inferocito”, “indispettito”, “su tutte le furie”; che la seduta di allenamento sia stata modificata per le condizioni non ottimali dei calciatori; che la metà dei giocatori presenti sia stata esentata dal lavoro per le condizioni inadeguate». La Roma si rivolge alla stampa, ma anche e soprattutto ai tifosi. Perché a Trigoria ci tengono a essere chiari con la gente: «Interesserà ai nostri tifosi – si legge ancora – sapere che l’allenatore è stato soddisfatto del lavoro svolto ieri e di ogni iniziativa che fortifichi la solidità del gruppo, che tutti i giocatori si sono allenati secondo il programma prestabilito (come si può facilmente constatare dai filmati della seduta trasmessi da Roma Channel) e che la preparazione per la gara con il Bologna prosegue senza intoppi. L’As Roma si vede così costretta a riconsiderare le relazioni con le testate che non hanno intenzione di rispettare la professionalità di coloro che lavorano ogni giorno a Trigoria per raggiungere gli obiettivi prefissati». Parole di fuoco. Parole che a Trigoria hanno ritenuto necessarie per mettere fine, o quantomeno provarci, a quanto si sta dicendo e scrivendo intorno ai giocatori. La sconfitta con la Juventus, costata alla Roma l’eliminazione dalla Coppa Italia e l’addio al secondo obiettivo stagionale, brucia e anche parecchio. Ma adesso bisogna rituffarsi nel campionato e la Roma vuole – pretende – che venga fatto quadrato intorno ai calciatori. A loro verrà ricordato come tutti gli atteggiamenti, anche fuori Trigoria, devono essere esemplari ma nessuno vuole accusare un gruppo che dopo una sconfitta si è ritrovato a cena. E magari anche in discoteca. Niente di male, anche perché se i calciatori avessero voluto nascondere la cosa magari non avrebbero scelto un ristorante in pieno centro.[…]

 

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