(M. Ferretti) «Da lunedì vado a pescare…». Francesco Totti, fresco di diploma honoris causa del master Sbs di Cà Foscari, ricevuto ieri mattina al Coni, continua ad avvolgere di mistero e battute il suo futuro. Difficile pensare, però, che la “nuova sfida”, annunciata giovedì via facebook, possa riguardare la sua attività di pescatore. Facile ipotizzare, invece, che il Capitano abbia continuato a lanciare messaggi, in varie direzioni, in attesa di ufficializzare che cosa farà da grande. All’inizio della prossima settimana, ad esempio, avrà un faccia a faccia con il presidente Jim Pallotta, atteso domani nella Capitale: sarà l’occasione per ascoltare, dalla voce del proprietario della società, che intenzioni hanno realmente a Trigoria riguardo il suo contratto di sei anni da dirigente. A questo proposito, finora sono arrivate soltanto le parole di Monchi, attraverso le quali il ds ha chiesto a Totti di piazzarsi al suo fianco. Francesco ha apprezzato, ma ha rinviato la risposta: prima vuole capire in che e modo e con quali funzioni potrà mettersi accanto allo spagnolo. Una cosa è certa: Totti non ha ancora abbandonato l’idea di continuare a giocare. Anche per un solo anno, giusto il tempo per dimostrare a Trigoria che non era un calciatore finito. Solo che, per proseguire la sua carriera in pantaloncini e maglietta, deve ricevere un’offerta adeguata, una di quelle che non si possono rifiutare. Non dal punto di vista economico, ma “familiare”.
L’ESORDIO DI CRISTIAN – Raccontano che, in queste ore, la decisione sul futuro del Capitano viene presa collegialmente dall’intero suo clan. E che nelle valutazioni, sì o no, pro e contro, vengono tenute nel giusto conto tutte le novità che la famiglia Totti affronterebbe in caso di cambio di città se non addirittura di Paese. Senza trascurare – tra le tante – una cosa solo apparentemente marginale: Cristian, il suo primogenito, gioca nella Roma, felice e stracontento di farlo. Una curiosità: il suo esordio in A entro il 2023, cioè a 18 anni, è già quotato a 71. Calma, please. Intanto, ieri Cristian ha trascinato la sua Roma alla vittoria del trofeo Galeazzi segnando il calcio di rigore decisivo. E dal discorso familiare non si può tener fuori l’importante carriera in tv della moglie Ilary. Certo, una soluzione, a volerla davvero trovare, si trova, ma deve essere appagante sotto tutti gli aspetti, compresa la qualità (serenità) della vita familiare. Ecco perché andare a guadagnare un sacco di soldi lontano da Roma non appare il punto di snodo della faccenda. Se non fosse per la “passione”che ancora anima Francesco, l’epilogo sarebbe già scritto: restare nella Roma da dirigente. Magari con il suo amico Di Francesco in panchina. Non si va lontano dalla verità affermando che se arriverà un’opportunità irrinunciabile (non solo sotto l’aspetto economico, come detto) per continuare a giocare, Totti appenderà gli scarpini al chiodo al fischio finale di Tagliavento, domani sera all’Olimpico. La sensazione, però, che non siamo neppure al 50 percento di probabilità per l’una e l’altra soluzione. A Francesco finora sono arrivate (mezze) proposte, quasi tutte più di facciata che di sostanza. Lui, del resto, in questa stagione ha giocato in campionato soltanto 327 minuti, con una media di circa 32 minuti al mese. E, di questo passo, un qualsiasi calciatore, figuriamoci uno di quasi 41 anni, perde fatalmente la condizione. E recuperarla è impresa molto complicata. Totti sta riflettendo anche su questo, perché con alle spalle una carriera come la sua non vuole andare in campo e passeggiare. Cosa, se mai, possibile soltanto su campi minori. «Se Maradona ha dichiarato che sono il più forte che abbia mai visto, posso anche smettere…», ha aggiunto Francesco al Coni, dopo essersi allenato da solo all’ora del cappuccino e cornetto a Trigoria (accolto da una settantina di tifosi cinesi in delirio: «Vado a giocare in Cina, diglielo…», ha sussurrato all’interprete). Un annuncio sotto traccia o l’ennesimo messaggio spedito a chi non “potrà” più fargli indossare la maglia della Roma? Lo scopriremo solo vivendo, come sempre.