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La verità in 27 secondi: il gol di un diciassettenne apre l’era della moviola

(M. Pinci) – Il  primo gol “convalidato” davanti a un video lo segna la Juventus. Non a Cardiff ma a Sassuolo, gara d’esordio delle final-eight Primavera contro la Sampdoria: ma soprattutto il debutto in Italia del Var, Video assistant referee, brutalmente la moviola in campo. È il 36’ del primo tempo quando il capitano bianconero Clemenza cade in area: l’arbitro Gavillucci lascia correre, la palla finisce al centravanti Zeqiri che segna il gol vittoria. Esitazione di un istante mentre la squadra esulta: a pochi metri, altri due arbitri – Valeri e Pasqua – stanno decidendo dentro un furgone. Il primo, tre secondi dopo, ha già rivisto il fallo in area grazie al secondo monitor in dotazione, mentre l’altro lo avvisa che la palla è entrata. Un operatore, accanto a lui, trasmette allora le 4 migliori immagini del gol sul video di Valeri, a cui basta un attimo: gol buono. Ci vuole più a dirlo che a farlo: 27 secondi in media per decidere. Qualcuno di più per invertire la decisione dell’arbitro, 34. «Ma più del tempo, c’interessa risolvere i problemi».

Provate a immaginare gli effetti sul campionato: un arbitro che, dopo aver dato un rigore, calma le proteste annunciando: “Abbiamo controllato: c’era”. È già successo, succederà: statisticamente, 95 volte durante tutta la prossima serie A, la prima con il Var attivo. Nel mondiale Under 20 in Corea, dove è in uso, la “moviola” ha già modificato una decisione dell’arbitro 9 volte in 36 partite, una ogni 4 match. Stessa media riscontrata durante le 60 partite di sperimentazione in serie A: in modalità “off-line”, ossia senza intervenire davvero. Appena l’Ifab darà il via libera, si partirà a tutti gli effetti: forse già nella Supercoppa Juve-Lazio del 13 agosto, altrimenti dalla prima di campionato. Ieri ha debuttato tra i baby. Mostrando che nemmeno la tecnologia azzererà le polemiche: «A volte ho avuto il sospetto che si fosse inceppato», dice l’allenatore juventino Grosso. Si riferisce all’espulsione di Coccolo, ma la doppia ammonizione è uno dei casi in cui l’assistenza video non scatta: solo “rossi” diretti, oltre a gol (fuorigioco, fallo in possesso palla, pallone uscito) e rigori.

Poco male: da oggi – le altre due gare dei quarti – a domenica, giorno della finale del campionato Primavera, le occasioni per mettere alla prova la tecnologia non mancheranno. In settimana la Lega dirà quale provider si sarà aggiudicato il bando come fornitore del servizio. Probabile si tratti della “Hawk- Eye”, l’occhio di falco, che se ne occupa in Australia e States, dove l’applicazione è cominciata. La prossima sarà l’Italia. Qualche problema tecnico da risolvere c’è ancora. Come la questione delle immagini: attualmente il protocollo Var – unico in tutto il mondo e rigidissimo – prevede l’accesso a tutte le immagini prodotte, anche quelle “esclusive” di una tv. E così un’immagine esclusiva se “utilizzata” dal Var per decidere, potrebbe finire sugli schermi della tv concorrente che non ne ha i diritti. Oppure, se un broadcaster (Sky, Mediaset, Rai…) decide di puntare una telecamera fissa su un giocatore, questo ha indubbiamente più possibilità di essere colto in fallo rispetto ad altri colleghi. Se ne discuterà da qui al 20 agosto, ma il regolamento internazionale non lascia molto spazio a interpretazioni. I Balotelli di tutto il mondo, se ne faranno una ragione.

Fonte: la repubblica

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