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Lo stadio e il mistero del ponte che non c’è

C’è un pubblico interesse che, sebbene sicuro dell’ok politico in Aula, potrebbe vacillare all’analisi degli Uffici e dei tecnici in Conferenza dei servizi. C’è una doppia questione relativa alle opere pubbliche: da una parte le stime di investimento che crollano di 150 milioni (dai 270 della delibera Marino agli attuali 120) e dall’altra una priorità pubblica finora esplicitata solo a parole dall’amministrazione Raggi.

Il caos sulla delibera di giunta approvata ieri con cui il Campidoglio conferirà al progetto stadio le stimmate dell’interesse pubblico, è metafisico: è costruita sul ponte che non c’è. Segnatamente il ponte dei Congressi, cioè «l’opera di interesse nazionale» di cui Raggi, accompagnata dagli assessori alla Mobilità Linda Meleo e all’Urbanistica Luca Montuori, i primi di maggio è andata a chiedere notizie al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.

Quel ponte è stata la stella polare del nuovo progetto, quello dimezzato nelle cubature di cemento e quindi decapitato delle tre torri di Libeskind. Perché nella 132 di Marino era previsto un altro ponte carrabile, il ponte di Traiano, che al M5S sembrava una violenza gratuita sul territorio considerata la presenza di un’opera già finanziata dal governo con 145 milioni di soldi pubblici.

In pratica la delibera è complementare alla costruzione del ponte finanziato dal governo anche se l’opera è attualmente sospesa con un «no»dal Consiglio superiore dei lavori pubblici nella Conferenza dei servizi relativa.

fonte: A. Arzilli – Il Corriere della Sera

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