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Il Messaggero Ex ippodromo, l’ipotesi del vincolo a metà

(L. Larcan) – Tribuna sì, ma senza pista. Vincolo sì, ma a metà. Tagliato e cucito per non far torto a nessuno: gli imprenditori da una parte, gli amanti dell’architettura dall’altra. Sono ore decisive per salvare o meno l’Ippodromo di Tor di Valle e decidere l’effettivo futuro del progetto dello stadio della Roma. Ancora tre giorni per sistemare le carte, ma i rumors si fanno sempre più incandescenti (e si parla anche di file del provvedimento che girano in formato Word per essere modificati). Quello che sembra emergere in queste ultime battute è che con molta probabilità martedì prossimo sarà approvato un vincolo dimezzato. Vero che il soprintendente unico in carica, l’architetto Prosperetti, porterà a compimento l’iter di apposizione del vincolo presentandolo al tavolo della Commissione regionale del Mibact. Ma potrebbe esserci un coup de theatre? Ne potrebbe uscire un vincolo a metà. Il condizionale è doveroso in questo momento, ma la firma del dispositivo di tutela potrebbe riguardare solo la storica tribuna del 1959, progetto all’avanguardia firmato da Julio Lafuente, perdendo per strada parte del vincolo diretto, quello che tutela l’anello della pista del trotto, e il vincolo indiretto, cioè la cosiddetta area di rispetto intorno al monumento architettonico, vale a dire la dimensione spaziale che ha contraddistinto la costruzione del complesso sportivo, tra paesaggio e cono visivo dell’ansa del Tevere. Insomma, un vincolo ritagliato ad arte, una sorta di mediazione per accontentare tutti i giocatori coinvolti con un “nuovo” vincolo che spiani la strada alla prossima conferenza dei servizi.

LA SCELTA Intorno al tavolo della Commissione regionale di fatto l’unico architetto sarà proprio Prosperetti che presenterà l’istruttoria. Ad accoglierla e discuterla, i soprintendenti Alfonsina Russo Tagliente (archeologo), Saverio Urcioli e Edith Gabrielli (storici dell’arte), Mauro Tosti Croce (responsabile dell’ufficio che ha vincolato l’archivio Lafuente nel 2003). Prosperetti ha ereditato la pratica del vincolo dalla ex Soprintendenza ai beni monumentali di Roma, soppressa dalla riforma dei Beni culturali: è stata l’ex soprintendente Margherita Eichberg a firmare le decine di pagine che avviavano l’apposizione del vincolo all’impianto dell’Ippodromo con la sua gradinata e copertura a forma di paraboloide, all’anello del trotto, e alla sua area di rispetto: insomma un complesso monumentale considerato un capolavoro sulla base di una ricca bibliografia storica. Il dossier per il vincolo, già completo, forte dei pareri positivi dei vari comitati tecnico-scientifici del Mibact, era sulla scrivania di Prosperetti. L’intervento di Italia Nostra che si appellava al soprintendente per accelerare la firma prima della scadenza del vincolo (13 giugno), è stato strategico, smuovendo le acque in cui sembrava impantanato. Ora si corre per presentare il provvedimento alla Commissione regionale che darà una valutazione complessiva. Ma il dilemma è: come ci arriverà? Sarà presentato così come era stato predisposto con il Soprintendente Eichberg, o modificato? La partita è aperta.

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