(L. D’Albergo) Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea capitolina, è appena uscito dal Campidoglio e commenta il via libera al progetto del nuovo stadio della Roma. «Siamo soddisfatti. Abbiamo migliorato una delibera prima troppo impattante sull’area di Tor di Valle. Porterà in città lavoro e strutture ecocompatibili».
Chiaro, ma è stato impossibile non notare le assenze tra le fila della maggioranza.
«Un gruppo di opposizione ha votato con noi (Forza Italia, ndr). Un altro si è astenuto (Lista Marchini, ndr). Per il resto solo un’incredibile opposizione strumentale. Le assenze? Su Cristina Grancio saranno fatte delle valutazioni a breve da parte dei garanti del Movimento. Mentre Monica Montella era in vacanza».
Assente giustificata. E Gemma Guerrini? Gli altri pentastellati hanno mormorato tutto il giorno.
«La nostra forza, a differenza della giunta Marino, è fare affidamento su un’unico gruppo compatto. Sulle assenti si esprimeranno i probiviri».
Il Pd vi ha accusato di avere avuto una strana fretta sul dossier stadio.
«Se non lavoriamo, ci criticano. Se andiamo di fretta, lo stesso. Ormai siamo vaccinati e andiamo avanti con decisione. Abbiamo elevato gli standard costruttivi del progetto. Nessun favore ai privati. Ora non si potrà più dire che il Movimento sa dire solo “no”».
È arrivata la svolta grillina sulle grandi opere?
«Noi siamo stati contrari solo ai grandi sprechi. La costruzione della linea C della metropolitana, la realizzazione della Nuvola… l’impronta che vogliamo dare è un’altra».
Ci sarà una pioggia di ricorsi ed esposti.
«Le carte del progetto sono in ordine. Se ad ogni nostra deliberazione corrisponde un’azione giudiziaria, ne prendiamo atto. Non si può rimanere immobili».
Prima al municipio IX, poi il blitz sugli emendamenti in aula. È il grande regista dietro l’operazione stadio?
«Ho solo messo la mia esperienza a supporto dei consiglieri dell’Eur. E nessun blitz, neanche sulla discussione generale. Le opposizioni, tranne FdI, non erano in aula»
Avete vendicato la pizza che fece saltare gli emendamenti 5S sul primo bilancio dell’era Marino?
«Ma no… non viviamo di ricordi. Semplicemente non basta riprendersi con il trespolo sullo scranno o fare cinque minuti di opposizione e poi andarsene dall’aula».