(G. Lengua) Giuseppe Giannini sposa il progetto Racing Club Roma con l’entusiasmo e lo spirito positivo che lo ha sempre contraddistinto, sia da calciatore che nelle sue avventure da tecnico e dirigente.
Sotto al sole del campo Pineta dei Liberti, a Ardea, il Principe si trasforma in Re e viene accolto con applausi e ovazioni da oltre un centinaio di tifosi e altrettanti bambini della scuola calcio: «Non potevo fare una scelta migliore, abbiamo tutto per fare bene: tecnici, dirigenti e allenatori saranno uniti per far diventare questa realtà un punto di riferimento dopo la Roma e la Lazio».
La retrocessione in Serie D del club di Pezone non tarpa le ali al tecnico Giannini, anche perché la speranza di essere ripescati in Lega Pro (la prossima settimana il verdetto) è ancora viva, considerando anche i problemi che hanno molti club nel pagare l’iscrizione al campionato: «Siamo in una struttura dove si lavora per far emergere i giovani, a prescindere da quello che sarà il futuro noi saremo felici. Nel ripartire non posso chiedere di meglio, questo per me è il Real Madrid rispetto ad altre strutture dove ho lavorato». Impossibile non parlare della sua Roma e dell’amico Francesco Totti, fresco di addio al calcio: «Proverò a fargli una chiamata per farlo venire a giocare con noi – la battuta di Peppe davanti agli spettatori entusiasti -. È un mio desiderio che un giorno spero si possa avverare. Se decidesse di continuare con noi lo accoglieremmo a braccia aperte, perché troverebbe oltre a un allenatore anche un amico. Sarà lui a valutare quello che vorrà fare, non certo gli altri e credo sia giusto rispettarlo».
Curiosità: tra lo staff di Giannini c’è l’ex portiere giallorosso Giampaolo Di Magno che ha militato nella Roma dal 1993 al 1997. Nella stagione successiva a Trigoria arrivò Eusebio Di Francesco, che oggi siede in panchina: «Esce da un percorso importante, a Sassuolo ha fatto diversi anni a buonissimi livelli, è giovane, ha idee, conosce l’ambiente e farà altrettanto bene anche nella Roma». Prima di salutare il pubblico, Giuseppe lancia una stoccata a Spalletti: «Non darò mai testate al tavolino come ha fatto qualcuno più importante di me». Che l’avventura abbia inizio.