Ecco i voti dei principali quotidiani italiani su Roma-Bologna 1-1. Un pareggio amaro per i giallorossi, che arriva dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia. Grandi parate diStekelenburg e magia di Pjanic su punizione, male Lamela, Bojan, Juan e Greco.
IL MESSAGGERO a cura di M.FERRETTI
STEKELENBURG 7
Ingaggia un duello infinito con Di Vaio, tre volte a tu per tu con lui: prima lo fa allargare eccessivamente a destra, e il capitano rossoblu è costretto a tirare addosso a Juan, poi non riesce a frenare il suo sinistro-gol in diagonale infine compie un’autentica prodezza salva-risultato parando con la mano aperta la botta a colpo sicura dell’ex laziale.
ROSI 5,5
Attacca a due all’ora e in fase difensiva non è irreprensibile. La sensazione, lunga novanta e passa minuti, che avesse le gambe un po’ troppo imballate e le idee confuse.
JUAN 4
Di Vaio lo fa sembrare ridicolo. Sbaglia anche ciò che è impossibile sbagliare.
HEINZE 6
Tosto, reattivo, determinato. Tutta un’altra cosa rispetto al compagno di linea, lì in mezzo.
TADDEI 5,5
Spreca troppe opportunità per dare pericolosità alla propria azione. Fa su e giù cento volte sulla corsia di sinistra, ma l’apporto alla causa – alla fine – non è sufficiente.
PJANIC 7,5
Il gol-capolavoro su punizione, stile Juninho Pernambucano, salva la Roma dalla sconfitta casalinga. In più, specie nel secondo tempo, dà l’idea di trascinare con tutte se stesso la propria squadra verso la porta di Gillet. Dopo la rete si esalta in un’accelerazione con tiro che costringe Gillet alla respinta miracolosa (sui piedi di Simplicio, che si pappa il gol).
GAGO 6,5
Sbaglia, perdendolo a metà campo, un solo pallone ma poi è bravo a recuperare sull’avversario. Per il resto, una regia lucida e costante senza il conforto di parecchi (troppi) compagni. Suo il primato domenicale dei passaggi riusciti, 84 (78%).
GRECO 4
Impresentabile. Il cambio arriva addirittura tardi.
LAMELA 4
Secondo Luis, avrebbe dovuto segnare una doppietta: in realtà, l’argentino non si vede mai. Poca presenza in campo, errori a raffica in fase di palleggio. Luis, suo immenso estimatore, è costretto a toglierlo dal campo.
TOTTI 6
Parte con il piede pigiato sull’acceleratore, tira e suggerisce poi via via cala ma offre a Bojan un pallone d’oro che doveva essere spedito alle spalle di Gillet.
BORINI 5
Corre tanto, va in pressing su tutti ma al momento del tiro mostra grossi limiti. Non azzecca un solo movimento giusto, lì davanti.
BOJAN 4,5
Spreca un’occasione monumentale per portare la Roma in vantaggio e si impappina in maniera a tratti goffa al momento di saltare l’avversario.
SIMPLICIO 5
L’errore con la porta spalancata, e Gillet a terra, è gravissimo. Peccato, perché non era entrato male.
PERROTTA NG
Porta solo un po’ di corsa. Contributo tecnico ai minimi storici.
IL ROMANISTA a cura di D.GIANNINI
STEKELENBURG 7 Batte la manona sul terreno per la rabbia di quel gol che poteva evitare. Non un errore, quello no.Ma è uno che non si accontenta di essere normale ed è il suo ego che gli ripete ossessivamente che certe palle le deve prendere. La rabbia se la tiene dentro fino a che non la può sfogare fermando Di Vaio, una parata salva risultato o almeno quello che ne resta Non può esultare ma uscire a testa altissima sì.
ROSI 6 Venti secondi e va per la prima volta sul fondo. Sembra l’inizio di una grande partita, che invece sarà solo normale. Senza grandi acuti, senza particolari sbavature. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, anche in una giornata storta di quasi tutta la squadra ha il pregio di non andare mai fuori fase.
JUAN 5+ Un primo tempo impeccabile, quasi da migliore in campo. Poi prende un’ammonizione (probabilmente eccessiva) e si spegne la luce. Di Vaio, che fino a quel momento aveva controllato senza problemi, sembra diventare il miglior Ronaldo. Se lo perde e arriva il gol, se lo riperde e per sua fortuna c’è Stekelenburg a evitargli un’altra figuraccia.
HEINZE 6.5 Il guardalinee non vede il fuorigioco e Di Vaio se ne va da solo verso la porta. Solo si fa per dire. Perché arriva lui: doppio intervento, spaccata e la porta è salva. Sono passati 12 minuti e lui comincia a divertirsi, a modo suo.Mostrando i canini, e anche tutti il resto dei denti quando serve di più perché Juan accanto a lui è calato.A chi tocca tocca. Un avversario gli fa uno sgarbo? Lui gli ringhia contro. L’arbitro si mette in mezzo? Ringhia anche a lui. Senza fare prigionieri.
TADDEI 6- A Torino contro Estigarribia c’erano stati dei segnali abbastanza evidenti. Avrebbe bisogno di rifiatare un po’, ma in questo momento Josè Angel non sembra essere meglio. E allora si arrangia come può, con esperienza, con tecnica e fiato fin che ne ha, uscendone dignitosamente. Ma il Taddei di qualche partita fa era un’altra cosa.
PJANIC 7 Sta lì, quasi un’ora a porti qualche dubbio su Totti e De Rossi che lo avevano definito “il più forte” mentre lui combina poco o niente. Poi capisci tutto quando decide di cambiare la partita. Una punizione che più la vedi e più ti riappacifichi con il mondo, uno slalom che è una danza, un piede che esalta il suo genio calcistico. Poi un colpo, la sostituzione e la festa finisce.
GAGO 6.5 Manca poco alla fine, lui perde palla, il Bologna riparte tanti contro pochi. Fernando rincorre, allunga la falcata e pone rimedio al suo errore. L’unico errore di tutta la partita. Roba notevole in assoluto, nella Roma svagata di ieri ancora di più.
GRECO 5+ Il Bologna non era quello di dicembre, ha preso le contromisure, ha pressato.Va bene tutto,ma lui qualcosa di più l’avrebbe dovuto certamente fare. In fin dei conti si poteva, non era impossibile. E con l’ingresso di Simplicio si è visto.
LAMELA 5 E dire che, dopo essersi esposto in quel modo in conferenza stampa, Luis Enrique avrebbe fatto di tutto per tenerlo in campo di più. E invece al 61’ non ha potuto fare altro che sostituirlo. Trentotto minuti in cui Erik non è pervenuto, poi quel tiro sparato alto. Appena meglio nella ripresa. Troppo poco per “far tremare l’Olimpico”.
TOTTI 6 In quello sguardo di Gillet dopo quel bolide da 30 metri uscito di niente c’era la rassegnazione di un portiere quasi rassegnato a prendere prima o poi un gol da Francesco che aveva cominciato a tirare da tutte le posizioni. E invece piano piano il capitano ha trovato meno la porta e la Roma sempre meno la via della vittoria.
BORINI 6= Un tiro per tempo, entrambi fuori di poco, e molto (anche se un po’ meno del solito) movimento. Senza riuscire mai a spaccare la difesa del Bologna e la partita.
LUIS ENRIQUE 5.5 Perdere contro la Juve a Torino ci può stare. Magari non in quel modo,ma ci può stare. Ci sta meno la prestazione di ieri, un primo tempo sbiadito e una difesa che è preoccupantemente tornata ad assomigliare a quella di qualche mese fa. Un passo indietro, da cancellare subito con un doppio passo in avanti.
BOJAN 5 Il rischio, forse anche la sua paura, era quello di essere considerato un giocatore solo da ultimi 30 minuti. Ieri ha dimostrato che non è questione di ultimi 30 minuti, primi 30 o quelli di mezzo. In questo periodo non c’è proprio!
SIMPLICIO 6 Sbaglia quel gol che ti chiedi come abbia fatto. Però, a differenza di Bojan, entra ed è subito dentro al match. Determinato, grintoso, propositivo.
PERROTTA SV Un quarto d’ora nel confuso finale
CORRIERE DELLO SPORT a cura di L.FERRAJOLO
7 Pjanic
Il gol pesa tanto perchè evita una brutta sconfitta e lui ci arriva al culmine di una prestazione brillante, in netta antitesi con il resto della squadra. Una perla quella punizione da venti metri, tanto che ci si chiede perchè le batta raramente e non più spesso. Ma poi costruisce anche l’occasione per vincere, con una percussione spettacolare: prima Gillet e poi… Simplicio rendono però tutto inutile. Il più lucido, intraprendente e concreto, prima che abbandoni per infortunio nel finale.
Non dev’essere allegro fare il portiere di questa Roma. In ogni partita almeno due o tre volte gli avversari si presentano in area completamente liberi e soli. In questa occasione succede tre volte: in una Di Vaio lo beffa, in un’altra lui si esalta con una deviazione strepitosa e nella terza ci pensa Juan con un recupero affannoso.
Almeno ci mette fisico e temperamento, salvando situazioni critiche e cercando di puntellare una difesa che Juan rende più fragile e disattenta del solito.
Si adatta sempre meglio in un ruolo non suo, benchè ormai sia alla fine della carriera, non tra i primavera. Spesso è l’attaccante più pericoloso, sfonda sull’out meglio di Rosi e mette in difficoltà Garics. Peccato che però sprechi cross e tiri senza veleno.
Il suo rientro non è dei migliori. Affonda poco, non indovina i cross e dalle sue parti spesso il Bologna prende il volo per le ripartenze.
Dovrebbe dettare i tempi e far zampillare il gioco, ma pressato da quei mastini del Bologna lo fa con fatica e troppo lentamente. Insomma un regista senza un lampo e prevedibile, oltre che troppo slow.
Tutti aspettano lui e invece non riesce a incidere. Un paio di assist, poi molti equivoci con i compagni, scambi al limite che vanno in fumo o che si spengono sul muro bolognese. Il suo talento questa volta resta negli spogliatoi.
Sbaglia passaggi che di solito esegue ad occhi chiusi, sbaglia anche qualche scelta importante: invece di tirare cerca l’assist o viceversa. Giornata storta e difficile. Si guadagna la punizione che poi Pjanic trasforma nell’1-1.
E’ tra i più vivaci e disinibiti, tira da ogni posizione, forse anche troppo. Purtroppo tira male, come in un paio di occasioni su assist che meriterebbero ben altra conclusione.
Sempre in affanno, fa poco in fase di costruzione e non è pronto nei recuperi difensivi quando il Bologna riparte. Al di sotto del suo standard abituale.
Entra a mezz’ora dalla fine al posto di un Greco giù di corda. Ma lui fa persino peggio, buttando via la possibile vittoria, su un tap in facile facile che spedisce sui tabelloni.
Entra al posto di Lamela, ma non ha l’impatto giusto come in altre occasioni. Totti gli mette sul piede un assist prezioso, lui si fa ribattere il tiro da Gillet. Non ha fortuna, ma non se la cerca.
Siamo tornati indietro: possesso palla troppo lento e insistito, la difesa continua a sbandare, la squadra non conosce alternative per evitare che gli avversari, conoscendola ormai, la imbottiglino, come ha fatto il Bologna.
4 Juan
Non prende mai Di Vaio che va sempre via. Imperdonabile l’errore sul gol, irriconoscibile, lento, confuso. Mamma mia!
IL TEMPO a cura di A.AUSTINI
Stekelenburg 6.5 Che sia tra i pochi a meritare la sufficienza nella Roma dice molto sulla partita.
Subisce un gol non imparabile ma neanche facile da evitare.
Poi è bravo a scongiurare la sconfitta con due interventi decisivi su Di Vaio: un’uscita disperata e una respinta con la «manona».
Rosi 5 Una delle peggiori versioni stagionali. Distratto e inefficace in fase difensiva, praticamente nullo il suo contributo dalla metà campo in su.
Heinze 6 Il migliore della linea difensiva, mette pezze dove può anche se gli attaccanti di Pioli arrivano da tutte le parti. Da segnalare una doppia chiusura da «leone» su Di Vaio nel primo tempo. Taddei 5.5 Deludente come Rosi, si accende tardi ma non si macchia di troppe colpe nei pressi dell’area giallorossa e almeno prova a dare un contributo al presunto assedio finale.
Gago 5.5 Benino per un’ora in cui è il più lucido e vivo del reparto. Il finale, però, è da dimenticare: con un appoggio sbagliato manda in porta il Bologna.
Greco 4.5 In un centrocampo che non gira escono fuori i suoi limiti. Sbaglia tocchi e movimenti, perde pure il confronto agonistico con i dirimpettai. La sostituzione certifica la bocciatura.
Lamela 5 Parte a destra, passa a sinistra, ritorna di là ma cambia poco: non entra mai in partita. Stanco, la sua settimana-no finisce in panchina.
Totti 5.5 Ci prova con un destro dopo pochi secondi e due conclusioni da fuori area. Non è in condizione brillante, fatica a incidere nel secondo tempo e lascia la punizione del pareggio a Pjanic. Nel finale perde anche la calma.
Borini 5.5 Tanto impegno quanta imprecisione. Si fa spesso trovare al posto giusto ma fa sempre la cosa sbagliata: un tiro sbilenco o un passaggio fuori misura. Simplicio 5.5 Se non avesse sbagliato quel gol si sarebbe detto che il suo ingresso aveva cambiato la partita. Fare meglio di Greco, però, non era poi così difficile.
Bojan 4.5 La luce in fondo al tunnel dell’insicurezza è molto lontana. Ormai non incide più neanche da subentrato. Ha l’occasione di farlo su assist di Totti ma si fa negare il possibile 2-1 da Gillet. Così arrivano i primi fischi.
Luis Enrique 5 Fin troppo ottimista alla vigilia, è come se non si fosse accorto che qualcosa si sta incrinando di nuovo. Il Bologna, come quasi tutte le avversarie precedenti, non fa altro che rintanarsi dietro e colpire in contropiede con una facilità imbarazzante. La Roma, invece, è lenta, troppo «morbida» e senz’anima. Per non parlare della classifica.