(M. Ferretti) – Il ragazzo dai piedi d’oro si è fatto coraggio, si è avvicinato al proprio capitano e, in un italiano ancora stentato, gli ha detto: questa la tiro io. Francesco Totti, conoscendolo, gli ha dato il via libera, anche se era convinto che da quella posizione, una venticinquina di metri dalla porta, avrebbe potuto far male a Gillet. Invece, con una punizione provata e riprovata mille e mille volte a Lione, Miralem Pjanic ha superato prima la barriera (posizionata a soli sette metri dal pallone!) e poi anche il portiere belga, regalando alla Roma la rete del pareggio.
Un vero e proprio capolavoro, il terzo gol italiano del bosniaco. Un colpo che ha imparato da un maestro straordinario come Antônio Augusto Ribeiro Reis Júnior, meglio noto come Juninho Pernambucano, il brasiliano maestro dei calci piazzati che Pjanic ha incrociato in Francia. Colpo secco, palla che non gira ma che – dritta per dritta – vola alta prima di abbassarsi in maniera repentina. Un gol, e che gol, per confermare un dato che, alla prima di ritorno, appare ormai indiscutibile: Miralem, classe 1990, è tra i migliori colpi di mercato degli ultimi anni del club giallorosso. Questione di tecnica, certo, ma anche di carattere, e basta rivedere con quale personalità ieri ha detto a Totti di lasciargli quel tiro per averne un’ampia conferma. Una personalità ancora da perfezionare e talvolta esagerata, visto che Pjanic è stato costretto a saltare la partita di Napoli per una squalifica rimediata per somma di ammonizioni, tutte per proteste.
(…) Pjanic s’è legato al club giallorosso fino al 30 giugno del 2015 e in questa stagione (e lo farà anche nella prossima) guadagna 3,6 milioni lordi, bonus esclusi. Luis Enrique l’ha impiegato quasi sempre da intermedio, sia a destra che a sinistra, ma l’impressione è che il ruolo più adatto alle sue caratteristiche sia quello di trequartista, di rifinitore. Del resto, il primo a tessere le lodi di Pjanic era stato proprio Francesco Totti che, in un’ intervista concessa in questa stagione a Trigoria, lo definì fenomenale per la sua capacità di nascondere il pallone agli avversari. Un concetto ribadito, poi, da Daniele De Rossi, che ha etichettato il bosniaco come il miglior acquisto della nuova Roma. Mira, come lo chiamano i compagni, ha confezionato tutta una serie di assist e ha segnato tre gol, tutti allo stadio Olimpico, contro Lecce, Cesena e appunto Bologna. (…) La sua analisi della gara contro il Bologna (che ha chiuso con il 79% di passaggi riusciti, 41) è molto serena. E sincera. «Abbiamo avuto le occasioni migliori soprattutto dopo la mia rete del pareggio ma dovevamo essere più pericolosi. Il Bologna ha difeso molto bene e così non siamo riusciti a segnare ancora. La differenza con la gara dominata prima di Natale? Loro hanno cambiato molto, si difendono bene marcando anche a uomo in mezzo al campo. Forse eravamo un po’ stanchi, perché avevamo giocato contro la Juventus martedì: loro avevano riposato e questo si è fatto sentire nel finale. Avevamo tanta voglia di vincere, è un risultato ovviamente negativo» (…).