Il neo tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco, dal ritiro della Roma a Pinzolo, racconta i primi giorni in Val Rendena ai microfoni di Roma Radio. Queste le sue parole:
Mister come ha vissuto questi primi momenti?
“Spesso li paragono a quelli vissuti da giocatore e team manager della Roma. E’ cambiato tantissimo. Il fatto di essere qui e l’attenzione che c’è su tutto, il grande seguito. Vedo tanti cambiamenti in meglio”.
Pinzolo, tutti i presupposti per fare un ottimo lavoro.
“Si lavora molto bene in Trentino, lo conosco molto bene, mia mamma è di queste parti. Qui sicuramente possiamo lavorare bene, c’è grande gentilezza. Per me è l’occasione per conoscere meglio i tanti giovani che ci sono in questo ritiro e magari decidere di tenerne qualcuno in rosa con noi”.
Prima c’era il concetto del ritiro estivo in montagna, l’altura. Adesso i grandi club fanno le tournèe internazionali, sono entrati in un’altra dimensione. Come si trova con questa nuova realtà?
“Noi allenatori ci lamentiamo sempre di questo, per me è la prima volta e capisco perché ci si lamenti: perdere la possibilità di lavorare in un posto con continuità, doversi spostare, viaggiare, giocare amichevoli impegnative, non ti permette di crescere costantemente. Lo sapevamo, adatterò il mio lavoro in base alle esigenze che troveremo davanti. Il calcio è cambiato, si è evoluto in questo senso, dovremo essere bravi a sfruttare le opportunità che abbiamo, come quella di questa settimana di lavoro che mi aiuterà a capire e a toccare quello che più mi preme”.
Rispetto ai precedenti ritiri, si nota un grande entusiasmo da parte del pubblico già dal primo allenamento. Quanto è importante partire così?
“Dobbiamo essere bravi a mantenerlo, fa piacere, i cambiamenti portano questo entusiasmo e noi dovremo alimentarlo costantemente con gli atteggiamenti giusti, anche in questi allenamenti. Sono cose che ci porteremo durante l’anno”.
Ci aspettavamo una piccola sgambatura e invece la squadra ha fatto molto.
“Sarebbe stato giusto andare in albergo ma volevo dare un’idea di quello che intendo trasmettere, i ragazzi l’hanno interpretato con grande entusiasmo, forse anche troppo, e mi hanno ripagato con una partita quasi vera. La gente è venuta, ho dato la possibilità di vedere quello che piace a tutti. La corsa si integra nel lavoro ma vedere calciare in porta e dribblare è il desiderio di tutti. Sono stato dalla parte dei calciatori e capisco il piacere di fare subito una partita. Ho voluto portare qualcosa di diverso, era un mio desiderio”
Quando si diventa allenatori si diventa più professionali ma la passione per il pallone come “attrezzo” rimane forte.
“L’aspetto ludico non deve mai morire. Per noi è un lavoro e dobbiamo affrontarlo con serietà ma il piacere di scendere in campo non deve mai mancare. C’è un tempo per tutto, anche per allenarsi con un utilizzo minore del pallone, a me piace integrarlo il più possibile e far capire alla squadra il perché di determinate cose”.
Quanto ci dobbiamo aspettare dal punto di vista atletico e fisico?
“Vi anticipo che oggi vedrete una parte fisica e poi una tecnico-tattica. Faremo delle situazioni di sviluppo e di fase difensiva, lavorando su determinati concetti. In altre occasioni eviteremo di usare il pallone perché comporterebbe un rischio di infortuni. Dobbiamo dare degli input, sono ragazzi giovani e devono lavorare”.
Già durante la seduta di ieri la abbiamo sentita spesso insistere su un concetto: andare verso la porta, attaccare la porta. Sarà il filo conduttore di questa stagione?
“Io eredito una squadra che ha fatto moltissimi gol, concettualmente i giocatori non devono girare per il campo ma fare male agli avversari. Voglio trasmettere questo pensiero agli attaccanti, alcuni ragazzi giovani sono abituati a ricevere il pallone un po’ troppo lontano dalla porta e questo non gli permette di essere poi lucidi. Nel mio calcio possono essere più incisivi”.
C’è il mercato aperto, si racconta una realtà lontana da quella che è la realtà effettiva: siamo a 19.000 abbonati ai primi di luglio, può essere il punto di partenza?
“C’è stata grande risposta anche se non siamo una squadra completa e sono partiti giocatori importanti, sono certo che li sostituiremo al meglio. La gente crede in questo come ci credo io. Bisogna essere positivi all’inizio, sotto tutti i punti di vista, è fondamentale per partire bene. Va trasmesso alla squadra e a tutto l’ambiente”.
Non è venuto da solo qui a Pinzolo ma c’è il suo staff, ce lo presenta?
“Tomei è il mio vice, lavora con me da tantissimi anni, dal mio secondo anno in panchina. Lui si occupa della fase difensiva essendo un ex difensore. Voglio trasmettere una voce univoca, quello che dice il mio staff è quello che dico io e viceversa. Abbiamo condiviso molte esperienze, conosce il mio calcio. Pierini lavorerà un po’ sui video con Beccaccioli e allo stesso tempo mi farà da scout quando servirà. Ha lavorato molto con i giovani a Terni, è un fedelissimo, quando ho bisogno di un consiglio in più mi rivolgo a lui che è la persona più esperta. Stefano Romano è un ragazzo giovane, con tanta voglia di fare. Si occuperà della parte tecnica quando ci saranno esercitazioni di riscaldamento e per integrare l’allenamento. Vi assicuro che si fermeranno alla fine non solo i giovani ma anche i più vecchi, la tecnica si può migliorare a qualsiasi età. Pensate ai preparatori dei portieri, hanno cambiato modo di calciare rispetto a qualche anno fa. Vizzoco è il preparatore atletico ed è già molto attivo”.