(A. Angeloni) Le esercitazioni si fanno intense, anche se con interpreti (quasi tutti) provvisori. L’allenamento è sui singoli reparti: ieri è stato il turno soprattutto della difesa. Schierata a quattro, sempre e comunque (tutte e due le fasi le allena Di Francesco stesso, mentre Spalletti lo scorso anno delegava molto). L’addestramento sulla difesa è scandito sul movimento davanti al giro palla avversario. Un orologio: quando scappare, quando alzarsi, quando scivolare a destra o a sinistra, sempre in base alla posizione della palla.
Il centrale di sinistra detta il movimento, in questo caso Castan o Jesus, il terzino non deve (quasi) mai alzarsi da solo in pressing per non essere scavalcato dal contro movimento dell’avversario. Il fuorigioco si fa ma non in maniera maniacale. Nel lavoro sull’attacco, partecipano spesso anche i laterali “bassi”: loro cercano il fondo, l’esterno “alto” prova il taglio. In questo c’è molto il retaggio del lavoro di Zeman. Sulla difesa, invece, rispetto al boemo c’è maggiore attenzione a non lasciare campo alle spalle. Nel pomeriggio, partitella in famiglia con sei porticine. Si prova a ripetere quanto fatto in mattinata. Si prova.