(M. Pinci/S. Fiori) Monchi la chiamerebbe “revolución”, ma anche in italiano rende bene l’idea: la caccia al talento, al campione del domani, passa per una rivoluzione. Quella della struttura di scouting della Roma, riplasmata come un vaso di creta dalle mani del diesse spagnolo. L’ora et labora dell’ex Siviglia si basa su un concetto: priorità all’osservazione in giro per i campi, prima ancora del ricorso alla tecnologia. È una delle riforme su cui il direttore sportivo giallorosso crede molto: si lascia il salotto, si torna sugli spalti, anche quelli di periferia o al di là dell’oceano.
Un cambio di rotta rispetto alla precedente era Sabatini: con l’attuale uomo mercato dell’Inter, lo studio dei prospetti più interessanti vedeva al centro una piattaforma come WyScout. Migliaia di filmati, statistiche iper dettagliate per scoprire se quel determinato giocatore faceva al caso proprio. Il ricorso alla tecnologia, naturalmente, con Monchi non sparirà: nelle sue idee, però, battere in lungo e il largo i vari campionati sarà fondamentale. Ecco perché ha deciso di mettere in piedi un ufficio, una sorta di “tavola rotonda” attorno a cui i suoi uomini di fiducia si siederanno per confrontare nomi e dati raccolti. Il diesse andaluso si avvarrà della collaborazione di tre figure in particolare: Dario Rossi (figlio dell’ex allenatore laziale Delio e già al fianco di Walter Sabatini), l’agente Fifa Simone Canovi e il giovanissimo Enrico Paresce. Monchi ridisegna così la geografia dell’area scouting di Trigoria, sullo stile di quanto già aveva instaurato negli anni a Siviglia.
A partire dalla conclusione del mercato estivo, gli osservatori giallorossi saranno insomma chiamati a visionare di persona i profili più interessanti: non solo in Europa, ma anche in aree più periferiche come il Sudamerica. Per quanto riguarda il calciomercato attuale, invece, si registra il nuovo passo d’addio di Juan Manuel Iturbe: l’attaccante paraguaiano è vicino al passaggio in prestito agli spagnoli del Leganes.