Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, ha risposto alle domande dei tifosi giallorossi pubblicate con l’hashtag #AskDiFra sui vari social network. Queste le sue parole:
Ciao Mister. Da quanto tempo speravi di poter tornare nella tua squadra per provare a portarla il più in alto possibile?
Io credo di aver fatto il percorso giusto per poi ambire alla società che nel calcio mi ha dato di più. Sono orgoglioso di allenare la Roma perché mi ha dato grandi gioie e soddisfazioni e mi auguro di poterlo fare anche in questo nuovo ruolo.
Cosa è cambiato tra quando era un giocatore della Roma e ora che ne è l’allenatore?
È cambiato tantissimo. Per primo il mio ruolo, totalmente differente e che mi permette di guardare tutto a 360°, mentre da calciatore si tende a guardare solo quello che è più vicino. È cambiato tanto dal punto di vista dell’organizzazione e nel modo di approcciare alle cose, ma ritengo sia tutto positivo.
Qual è la partita che ricorda con più affetto da calciatore?
Sicuramente il Derby del 3-3 del 1998-99. Venivamo da 4 sconfitte consecutive con loro e ci trovavamo sotto di due reti. Il mio gol è stato il principio di una grande rimonta completata dal gol di Totti. Da lì siamo stati bravi a risalire e a fare bene nei derby successivi. È un ricordo indelebile.
In quale ruolo pensa di utilizzare Florenzi data la sua grande duttilità?
Lui ha la grande capacità di adattarsi a tutti i ruoli, io cercherò di sfruttarla al meglio. Al di là della disponibilità, i calciatori devono avere dei ruoli specifici, Alessandro è un giocatore diverso dagli altri. Valuterò nelle prossime settimane.
Ha un consiglio da dare ai giovani?
Fare tutto con grande passione, umiltà e voglia di migliorarsi, al di là dei propri mezzi.
Qual è il suo ricordo più bello nella Roma?
Ho parlato del gol alla Lazio, ma ritengo che lo Scudetto vinto sia indimenticabile, anche se in quella stagione non fui protagonista per via di un lungo infortunio. È indelebile perché a Roma non ne abbiamo vinti tanti. Partecipare a una vittoria del genere da calciatore è indimenticabile.
Come pensa sia cambiato il nostro campionato negli ultimi dieci anni? Migliorato o peggiorato?
A sentire chi c’era prima di noi, il campionato è sempre peggiorato. Dieci anni fa e venti anni fa sentivo dire sempre la stessa cosa. Per me il calcio si è evoluto e noi dobbiamo seguirlo. Il calcio italiano ha perso qualche campione ma piano piano lo sta ritrovando. Una cosa che è migliorata per me è il valore che stiamo dando ai nostri giovani, una cosa positiva per il calcio italiano.
Quali sono i suoi primi obiettivi per la stagione?
Partire alla grande, dare un’identità alla squadra, cercare di vincere le partite, che è quello che conta, portando entusiasmo intorno alla squadra. Siamo noi a trascinare tutto il sistema.
Cosa ne pensa dell’utilizzo della tecnologia VAR?
La novità mi piace ma è da valutare. Vedremo quale sarà il futuro. È giusto accettarlo, ma credo che difficoltà ed errori ci saranno comunque.
Cosa ne pensa di Gerson?
È un giocatore che seguivo quando ero al Sassuolo. Lo volevano Juventus e Barcellona ma lo ha preso la Roma. L’anno scorso non si è espresso al meglio ma ha grandi potenzialità. Mi auguro di valorizzarlo al meglio, è il mio compito.
Qual è il suo piatto preferito?
Ora che sono a Roma, la gricia. Quando sto a Pescara gli arrosticini.
Che sensazioni ha in vista della stagione in Champions League?
Ottime, entusiasmanti. Per me è una novità, ho avuto la fortuna di poter giocare l’Europa League con una piccola società come il Sassuolo e per me sarà un grande salto ma sono sereno. Voglio che la mia squadra la affronti con determinazione, senza porsi obiettivi: viverla quotidianamente con grandissimo entusiasmo.