(C. Zucchelli) – Roma la conosce bene, anzi benissimo, per averla vissuta sia da giocatore sia da team manager. E quindi Eusebio Di Francesco sapeva perfettamente, già da ieri, quello che poi oggi si è verificato: tifosi depressi (“sarà difficile arrivare quarti”), radio (e non erano neppure tutte in onda) sul piede di guerra, voci incontrollate, come quelle che vorrebbero i senatori poco convinti dal nuovo allenatore e dai suoi metodi, e caccia al colpevole di questa estate con più ombre che luci. Lui, dal canto suo, cerca di rimanere tranquillo, oggi ha lasciato alla squadra un giorno di riposo, domani tornerà a dirigere l’allenamento delle 17.30 convinto di voler proseguire su una sola strada: la sua.
BRUTTO FERRAGOSTO — Se la domenica era già stata complicata, tra la disfatta di Vigo e la Lazio vincitrice della Supercoppa, il lunedì non è stato poi così migliore. Come nella tipica tradizione romanista, è partito il tutti contro tutti: tifosi che invitano ad avere pazienza (la minoranza) contro tifosi che invece sono preoccupati per Bergamo (“il Papu Gomez vedendo il Peres di ieri già festeggia”), giocatori attaccati sui social network per atteggiamenti poco graditi, società sul banco degli imputati per il mercato (“ancora aspettiamo i sostituti di Rüdiger e Salah”) e poi dubbi, tanti dubbi, su Di Francesco. Gli stessi che, secondo qualcuno, avrebbero anche alcuni calciatori rappresentativi della rosa, poco convinti dal primo mese di lavoro con Eusebio. Il condizionale è d’obbligo, però una certezza c’è: a Trigoria, in questo momento, manca entusiasmo.
DUBBI — E chissà che a portarlo, ancora una volta, non debba essere Francesco Totti, atteso in questa settimana al centro sportivo per i primi giorni di lavoro effettivo accanto a Monchi e, soprattutto, accanto a Di Francesco. L’ex capitano dovrebbe partire per Bergamo per la sua prima trasferta da dirigente per stare vicino all’ex compagno, e amico, Eusebio. Dovrà essere il tecnico, però, a convincere tutti: le attenuanti le ha (il mercato che gli ha tolto tre titolari e non gli ha ancora consegnato tutte le alternative, gli infortuni di Florenzi, Karsdorp ed Emerson e anche El Shaarawy), ma adesso deve essere lui a dimostrare di essere un allenatore da top club. Il campionato incombe, la Champions pure e visto come è in ebollizione la Roma giallorossa il 14 agosto, in pochi, per non dire nessuno, sono disposti ad aspettarlo.
Fonte: Gazzetta.it