(E. Menghi) Sveglia all’alba, sei ore di volo verso Baku, due di fuso orario e una rifinitura in programma alle 19 italiane: comincia la trasferta più faticosa per la Roma in Champions League. L’avversario, il Qarabag, è il meno spaventoso del girone, ma quando dall’urna è uscito il bussolotto che spediva i giallorossi in Azerbaigian nessuno ha esultato. Gandini l’ha definita «una partita importantissima contro una squadra particolare, che ha pareggiato in Europa League con l’Inter. Non sottovalutiamo l’avversario. E dall’altra parte c’è Atletico-Chelsea: gli scontri diretti possono essere decisivi». Prima di vedere cosa accadrà a Madrid, Di Francesco si occuperà del suo undici e non ha in mente un turnover massiccio, perché sa quanto conta vincere questa gara. Perotti partirà con la squadra alle 8 da Fiumicino (charter privato, arrivo previsto alle 14.25) dopo l’allenamento in gruppo di ieri, ma i 10 punti di sutura sulla caviglia potrebbero costargli la panchina. L’argentino ci tiene a giocare, si sente in forma e l’ha fatto capire all’allenatore, che però potrebbe non rischiarlo e mandare in campo El Shaarawy con Dzeko e Defrel.
Sono 19 i convocati, per cui uno solo finirà in tribuna e il candidato è Gerson, sacrificabile vista l’abbondanza a centrocampo, dove Gonalons e Pellegrini contendono il posto a De Rossi e Strootman. Dietro Peres può dare il cambio a Florenzi. Moreno è finito ko, un piccolo edema alla coscia sinistra l’ha bloccato nella capitale assieme a Schick e Karsdorp, ma non è grave e ci proverà per il Milan. L’ex dirigente rossonero Gandini punta in alto con la Roma: «L’ambiente è quello che è, ma – sottolinea a Radio Uno– Di Francesco e Monchi hanno le spalle larghe ed è doveroso giocare per vincere lo scudetto. Tutte le grandi squadre hanno grandi aspettative, in Champions vogliamo qualificarci agli ottavi e con lo stadio limiteremo le cessioni illustri».