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In Champions a muso duro

Nainggolan

(U.Trani) – Il vento e anche la pioggia in riva al Mar Caspio. Nemmeno l’Azerbaigian, nonostante il Qarabag sia al debutto nella fase a gironi di Champions, agevola il nuovo tentativo della Roma di essere se stessa pure in Europa. Dove, non c’è niente da fare, fatica a riprendere quota. Spigliata e disinvolta in Italia, l’anno scorso con il record di punti della sua storia in serie A (87) e in questa stagione già 4 successi in 5 partite, diventa fragile e insicura nella coppa continentale di maggior prestigio. Tocca a Di Francesco, dopo il pari di sostanza e di carattere contro l’Atletico nella prima giornata di questa edizione, guidare i giallorossi fuori dal tunnel dell’anonimato. I colleghi che lo hanno preceduto hanno fallito nella missione. Addirittura contro rivali modesti o comunque in difficoltà, come accadde a Garcia contro il Cska Mosca e soprattutto contro il Bate Borisov. O a Spalletti, caduto l’anno scorso nel play off contro il Porto. Stasera a Baku (ore 20, le 18 in Italia), la nuova chance per riacquistare la credibilità anche in campo internazionale. L’ultima vittoria (e l’unica in 16 gare) in questa competizione è quella contro il Bayer Leverkusen, il 4 novembre del 2015, 3 a 2 all’Olimpico. All’estero, invece, l’ultimo successo è ancora quello del 3 novembre 2010 a Basilea, ancora 3 a 2. Digiuno che, fuori casa, dura da 10 gare e ormai quasi 7 anni.

SVOLTA BUONA – Il Qarabag viene, nel calendario di questo periodo da full immersion, dopo il Verona, il Benevento e l’Udinese. Non dovrebbe essere più forte delle tre formazioni battute in campionato dalla Roma: è all’81°posto del ranking Uefa, con i giallorossi invece al 28°. Di sicuro, avendo la possibilità di giocare per la prima volta all’Baku Olimpyia Stadionu (previsto il sold out: quasi 70 mila spettatori), la squadra di Gurbanov cercherà di non essere vulnerabile come le è accaduto a Stamford Bridge, lo scorso 12 settembre,contro il Chelsea che lo ha umiliato: 6-0. Gli azeri, però, vanno forte solo nel loro torneo (5 vittorie su 5 incontri in questa stagione e striscia positiva di 16, con appena 3 pareggi). In Europa sono caduti appunto a Londra e anche a Copenaghen, nella gara di ritorno del playoff. E, l’8 dicembre del 2016, hanno perso qui anche contro la Fiorentina in Europa League (1-2), gol decisivo di Chiesa.

AVANTI TUTTA SENZA PEROTTI – Di Francesco, per dare continuità al suo piano, farà per la quarta volta il turnover e probabilmente cambierà ancora mezza squadra come è accaduto contro il Verona, il Benevento e l’Udinese. E interverrà sempre con innesti: allertati Peres, Jesus, Pellegrini, Gonalons e Defrel. Uscirebbero Florenzi, Fazio, Strootman, De Rossi e Perotti (costretto tra l’altro a interrompere l’allenamento a Baku per un fastidio al flessore destro). La rotazione extralarge ha preso il via proprio dopo la prima partita di Champions, il 12 settembre all’Olimpico, contro l’Atletico. L’allenatore l’ha ritenuta necessaria per gli impegni ravvicinati. E, con 9 punti e 10 gol segnati (solo 1 subito), ha avuto ragione. Sia sotto l’aspetto psicologico che tecnico-tattico. Gruppo coinvolto e al tempostesso brillante.

GUARDANDO MILANO – La tappa di Baku è la penultima del miniciclo che si conclude domenica pomeriggio a San Siro con il match contro il Milan di Montella, per il secondo scontro diretto della stagione. Il turnover in Azerbaigian, più degli altri fatti nelle ultime tre gare in campionato, è mirato soprattutto alla partita successiva, cioè alla sfida contro i rossoneri. Che conta per il presente e anche per il futuro. Per la prossima Champions.

fonte: Il Messaggero

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