Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, ha parlato dell’iter del progetto dello stadio della Roma in un’intervista al quotidiano sportivo, realizzata da Tonino Cagnucci e Andrea De Angelis. Questo un estratto dell’intervista:
Siamo arrivati a una nuova conferenza dei servizi per lo Stadio della Roma. La viabilità è uno dei nodi principali da risolvere. La Roma-Lido e soprattutto il ponte di Traiano. Nelle scorse settimane esponenti del Comune e del Movimento 5 Stelle l’hanno accusata di non volere la costruzione di questo impianto. Intorno alla vicenda si parla spesso per luoghi comuni (regalo ai costruttori, ecomostro, semplice speculazione edilizia) eppure in tutta Europa continuano a sorgere nuovi impianti. Qual è la sua posizione?
«Lo stadio della Roma è un’opera importantissima per la città. Naturalmente deve essere realizzato nel pieno rispetto della legge e di tutte le procedure. Ma se verrà pienamente salvaguardato il pubblico interesse, il nuovo stadio darà uno straordinario contributo non solo alla Roma, ma a tutti i romani e alla città. Il progetto dello stadio della Roma, così come proposto inizialmente dai proponenti, era prima di tutto un importante piano di trasformazione urbana di un quadrante strategico per la Capitale, in un’area di snodo dei flussi di traffico da e verso il litorale romano, l’aeroporto intercontinentale di Fiumicino, i quartieri a sud della Capitale e zone dove insistono numerosi centri direzionali, commerciali e grandi gruppi imprenditoriali. Un progetto e un investimento tra i più grandi previsti nella Capitale negli ultimi decenni, se pensiamo che la più grande opera pubblica in costruzione a Roma è la linea C della metropolitana, ormai avviata da anni. La Regione Lazio ha svolto fino in fondo il proprio ruolo in questa partita che rappresenta non solo un investimento di un privato per un impianto sportivo, ma una sfida per la competitività del sistema locale, per dimostrare che è possibile attrarre investimenti privati, in un contesto di grande mobilità di capitali esteri, compatibilmente con gli interessi generali di una comunità. Un progetto di quella portata, poi modificato su indicazioni del Campidoglio, ha senso solo se implica miglioramenti sostanziali alla qualità della vita dei cittadini e alla mobilità di quel quadrante e non ulteriori problemi».
La Regione ha preteso il massimo della trasparenza finora nei lavori della CDS. Conferma questa linea d’azione?
«Si tratta di un obiettivo che abbiamo perseguito sin dalle prime riunioni della Conferenza al termine delle quali ho chiesto che fosse pubblicato il verbale delle sedute su un portale dedicato al progetto dello stadio. Si parla tanto di open PA, di diritto all’accesso dei cittadini, di trasparenza totale e credo che la nostra gestione della conferenza dei servizi sia assolutamente all’altezza dei processi di partecipazione dei cittadini e delle imprese, delle associazioni e di chiunque ne abbia interesse, alle decisioni e alle valutazioni assunte dalla conferenza».
Ci racconta cosa è per lei lo sport e la Roma?
«Per quanto riguarda i ricordi, io sono romanista, anche per discendenza famigliare.Il primo ricordo della Roma è una partita all’Olimpico con mio padre e con mio fratello Luca. Purtroppo non ricordo con chi giocavamo, ma ricordo che vincemmo».
Fonte: il romanista