(A. Angeloni) – La Roma c’è, sostiene Eusebio Di Francesco, che per qualcuno non era buono nemmeno per galleggiare a metà classifica. La Roma c’è, lo dicono i numeri, i risultati e soprattutto i margini di miglioramento, che appaiono evidenti. La Roma c’è e ancora non brilla al cento per cento, se non altro perché, alla squadra che ha fatto 15 punti in sei partite – a proposito dei famosi margini di miglioramento – vanno aggiunti calciatori che, sulla carta, dovrebbero/dovranno fare la differenza e parliamo dei vari Schick, Emerson, Karsdorp ed evitiamo di aggiungere i neo infortunati, che la differenza l’hanno già fatta nelle precedenti partite.Tra i punti di differenza, non può non essere citato l’allenatore, che lavora con la squadra dai primi di luglio, non da anni. Ma quel che ha fatto fino a ora, è già abbastanza e l’ultima vittoria a Milano non fa parte della casualità. «Credo che sia presto per parlare di scudetto ma noi stiamo trovando la strada giusta. Abbiamo dato un segnale importante», le parole di Di Francesco, presente ieri a una manifestazione benefica a Piacenza con la sua Onlus William Bottigelli, nata per il sostegno di persone affette da gravi malattie.
IL LAVORO DA FARE La Roma non gioca ancora a memoria, non esprime un calcio spettacolare per l’intera partita, ma dimostra di stare bene in campo. L’impatto che ha avuto l’allenatore sulla squadra è impressionante. Nemmeno Sarri (9 punti in sei gare alla prima esperienza con Napoli) e Allegri (11 nel primo anno di Milan), al loro esordio sulla panchina di una big, hanno saputo fare meglio di Eusebio. Per non parlare dello Spalletti romano di dodici anni fa, che in sei gare totalizzò 8 punti. Che la Roma oggi abbia un bravo allenatore, si vede anche dal rendimento del Sassuolo, in evidente difficoltà in questo momento. E’ chiaro che la differenza in campo la fanno i calciatori: non si può sorvolare sulle reti di Dzeko (sette più una tra campionato e Champions, con una media di 1 gol ogni 61minuti, compresi i due realizzati con la Bosnia), sul rendimento del portiere Alisson (sei clean sheet, comprese le due di Champions),che ha preso gol solo con Inter eUdinese (rete ininfluente), sulle delizie di gente come Pellegrini, Nainggolan, sulla vena di Manolas e Juan Jesus, sulla forza di Fazio, sulla classe ed esperienza di Kolarov e così via. La Roma nelle sei partite (deve recuperare la gara di Marassi con la Sampdoria) di campionato e in quelle di Champions non è mai andata in svantaggio, segno che l’assetto difensivo regge bene, nonostante manchi qualche titolare. Di Francesco ha lavorato molto su Bruno Peres, migliorato rispetto allo scorso anno, e su Fazio, che a 4 ora si muove meglio rispetto a una anno fa. E non ha mai sbagliato le scelte: il turnover c’è, nonostante le assenze. Due giocatori solo hanno bisogno di riposare, Kolarov e Dzeko.
LA RIPRESA La Roma, dunque, ha in numeri per giocarsela con le altre. Aspettando, alla ripresa del campionato, lo scontro diretto contro il Napoli, che dirà altro sul futuro dei giallorossi e sulle loro ambizioni. Dopo Milano, la Roma c’è, dopo la sfida contro il Napoli dovrà ancora esserci. Perché ora arriva il bello, ma anche il difficile.Ma le premesse, infortuni a parte, sono confortanti.
fonte: Il Messaggero