«Cominciare un progetto online come quello del Var con tempi molto stretti ci ha costretto ad essere molto rapidi nel fare esperienza, ma l’abbiamo fatta. Stiamo cercando di migliorare anche se sapevamo dall’inizio che la tempistica sarebbe stata problematica, il punto dolente di questa sperimentazione è che cominciano senza una grandissima esperienza». Così Nicola Rizzoli,responsabile e designatore CAN di Serie A, commenta i primi mesi di Var, a margine del convegno «Infrastrutture per lo Sport» al Politecnico di Milano. «Gli arbitri italiani – aggiunge Rizzoli – negli ultimi quindici anni hanno dimostrato di essere all’avanguardia sotto tutti gli aspetti e quindi ci piace essere precursori di un progetto molto importante e difficile, che stiamo cercando di svolgere al nostro meglio. Il punto di forza di questa sperimentazione è invece l’aver dimostrato che gli arbitri erano pronti e che il gruppo è molto aperto alle innovazioni».
«La Serie A non ha meno appeal degli altri campionati nonostante i mancati investimenti su stadi ed infrastrutture. Non fatevi ingannare dai costi dei diritti tv, non determinano il reale valore del torneo». Così il direttore generale della Figc e vice presidente Uefa Michele Uva, lasciando il convegno «Infrastrutture per lo Sport» al Politecnico di Milano. Uva, dribblando i giornalisti, «non commenta il sorteggio» che ha accoppiato l’Italia alla Svezia nel playoff per la qualificazione ai Mondiali con una battuta: «Sono già passati tre giorni, non c’è nulla di nuovo».
«Negli ultimi 10 anni in Europa sono stati costruiti o ristrutturati 137 stadi per un investimento totale di 15 miliardi di euro. Di questi solo 3 in Italia, per un investimento di 150 milioni di euro. Questo dimostra che non c’è stata attenzione per le infrastrutture, vuoi per mancanza di visione vuoi per l’incapacità di valorizzare gli impianti esistenti. Il risultato è che gli stadi rimangono semi vuoti, se è vero che nel frattempo 16 milioni di biglietti nella nostra serie A sono rimasti invenduti – l’intervento di Uva – Stiamo lentamente risolvendo – rimarca Uva – il problema della violenza negli stadi, ma la casa è ancora vecchia. La Champions League a Milano è stata universalmente riconosciuta come una delle più belle e meglio organizzate finali degli ultimi anni. Ci siamo riusciti solo perché siamo riusciti a fare squadra. Bisogna ripartire proprio da lì, essendo consapevoli che senza investimenti non c’è futuro».