(F. Ferrazza) Mentre la testa dei tifosi, dopo il pareggio di Londra, è piuttosto concentrata sulla Champions — già venduti quasi 2000 biglietti per la gara del 31 con il Chelsea e cresce l’attesa per la vendita dei 3500 tagliandi del settore ospiti di Madrid — saranno in 1500 i sostenitori giallorossi ad andare domani a Torino. In ballo c’è la voglia di riscatto della Roma in campionato, per la sconfitta contro il Napoli. E per il pareggio dello Stamford Bridge. «E’ un peccato non aver vinto — le parole di Fazio, convocato in nazionale insieme all’amico Perotti, che torna a vestire la maglia dell’Argentina dopo sei anni — ora però abbiamo una gara importante e le stesso cose le dobbiamo ripetere anche in campionato. Più il tempo passa e più troviamo il modo giusto di giocare insieme».
Ma a preoccupare la Roma c’è il procedimento disciplinare aperto dalla Uefa per cori razzisti dei tifosi giallorossi durante la partita con il Chelsea. Sembra che siano stati intonati ululati contro Ruediger e contro Bakayoko. La Uefa contesterebbe quindi la violazione all’articolo 14 del regolamento disciplinare, che fa riferimento a comportamenti razzisti. Nel referto dell’arbitro e in quello del delegato Uefa, però, non ci sarebbe alcuna segnalazione nel merito, per una procedura che nasce dagli articoli dei tabloid inglesi. La Roma sta guardando i video per capire come siano andati i fatti, con la decisione che verrà presa il 16 novembre. A rischio porte chiuse — anche se sembra più probabile un’ammenda con diffida — sarebbe la gara interna col Qarabag del 5 dicembre. La chiusura dello stadio, o di un settore, sembra al momento un’ipotesi remota. Non ci va leggero, sull’argomento, Pallotta. «La cosa frustrante — dice il presidente giallorosso — è che in ogni stadio succede che un paio di persone facciano qualcosa di stupido e la cosa colpisce il 99% delle persone che non la pensa così. È terribile che le squadre vengano incolpate per l’azione di pochi idioti».