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Gazzetta dello Sport Esperienza Vucinic: «Roma, io ci credo e punto su Dzeko»

Mirko Vucinic, ex attaccante della Roma, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato delle prospettive stagionali per la squadra allenata di Eusebio Di Francesco. Queste alcune delle parole del montenegrino:

Lei ha capito perché alla Roma non si riesce a vincere? L’ultimo trofeo risale proprio al 2008…
«Ma secondo me negli ultimi anni la squadra ha fatto bene. Certo, ha incontrato una Juve stratosferica. È questione di fortuna. Anche noi ce la dovemmo vedere contro l’Inter fortissima di Mancini e Mourinho. Magari questa può essere la stagione buona per vincere qualcosa».

Che cosa ricorda della partita del 2008 con il Chelsea?
«Che forse fu la più bella che giocai in giallorosso. Sapevamo che per passare il turno dovevamo vincere, anche perché all’andata avevamo perso a Londra per 1­-0. Fu una partita straordinaria, quel Chelsea era pieno di campioni. Chi mi colpiva in particolare erano Deco, Lampard e Drogba. Per fortuna quella sera riuscimmo a neutralizzarli».

Stavolta come la vede?
«Non ho visto l’andata, ma con un Dzeko così la Roma può farcela, anche se la squadra di Conte è molto forte e lui è un gran motivatore. Ho sempre seguito la carriera di Edin e sapevo che era un campione vero. Ha visto che gol al volo ha segnato allo Stamford Bridge? So che il primo anno ha avuto problemi, ma arrivare in Italia e fare bene subito è difficile».

Dzeko a parte, su chi punta come uomo-match?
«Su De Rossi. Anche se non giocasse titolare, uno come lui serve anche partendo dalla panchina. Anzi, ora lo chiamo per augurargli buona fortuna».

L’ha fatto anche con Totti dirigente, immaginiamo. Come lo vede in giacca e cravatta?
«Preferivo vederlo in maglietta».

È rimasto sorpreso l’anno scorso dai suoi problemi con Spalletti?
«Non so bene cosa sia successo, ma di sicuro sono due caratteri forti. Spalletti, comunque, è bravissimo, e non sono sorpreso che l’Inter con lui stia andando così bene. Mi piace però anche Di Francesco. È uno che sa far giocare bene le proprie squadre».

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