Novembre 2008, novembre 2017. Dal Chelsea al Chelsea, ancora una notte con le stellette per la Roma. La Roma, per anni abituata a cure dimagranti in Champions League, improvvisamente si scopre capace di banchettare a caviale e champagne in Europa. Di Francesco riesce in ciò che aveva soltanto accarezzato due settimane fa a Stamford Bridge: battere i campioni d’Inghilterra, rovinando il ritorno di Conte nel Bel Paese. Ed è proprio il tecnico il simbolo di questa nuova repubblica. «Non sono sorpreso, anzi non avevo dubbi – irrompe l’attore Claudio Amendola – Dopo l’addio di Totti, Di Francesco in questa squadra è l’unico che ha vinto qui, perciò sa come si fa e lo vuole rifare. Da buon abruzzese è un tipo tosto, conosce l’ambiente, non si lascerà trascinare in polemiche inutili, non perderà del tempo a togliersi i sassolini dalle scarpe». Insomma poca nostalgia di Spalletti, scrive il Corriere della Sera. Ancor più esplicito è Maurizio Battista. «A me il toscano non era simpatico. Di Francesco è venuto dalla provincia ed in poco tempo, con estremo pragmatismo, ha saputo trasmettere ai giocatori la capacità di realizzare le cose semplici. La squadra è cambiata pochissimo rispetto allo scorso anno eppure sembra molto più matura».