(P. Liguori) –C’era una volta Roma-Inter.Valeva per lo scudetto, o almeno per una Coppa. Agli amici si parla chiaro, dunque ci spieghiamo. Il progetto Roma senza Totti non sta in piedi in attacco. Lo abbiamo visto tutti. L’allenatore con molto ritardo. In difesa, l’impostazione di Luis non regge senza De Rossi. Le ultime gare parlano chiaro. Ci vuole un genio per cambiare, se Daniele è infortunato? Basterebbe un allenatore flessibile. Ma Lucho è rigido e non cambia facilmente. Se giocano Totti e De Rossi, come speriamo oggi,il problema viene mascherato ma rimane. La società insiste con Luis, però non annuncia ancora il rinnovo di De Rossi e non interviene a spiegare all’allenatore semplici verità del campionato italiano. Abbiamo salutato con grande gioia la coesione della squadra, ma sono necessari i risultati per cementare l’accordo e per estenderlo ai tifosi. Per vedere un ottimo calcio offensivo, a prescindere dai risultati, bastava Zeman, che sa lavorare soprattutto con i giovani. Per una transizione equilibrata verso ilfuturo,basterebbero Montella e perfino Alberto De Rossi. Con tutti e tre, dato l’attuale organico,saremmo certamente messi meglio in classifica. Con Luciano Spalletti, sempre ad organico equivalente, vedremmo bel gioco e probabilmente saremmo ancora in lotta per qualcosa. Sono constatazioni ignoranti se volete, alcospetto di tanti elogi fumosi che abbiamo sentito sul progetto dell’allenatore e sul possesso palla fine a se stesso. Ma non ci hanno convinto: il possesso palla, in attacco, è finalizzato algol,non alle statistiche.
In fase difensiva, diceva Liedholm, serve a diminuire quello avversario. La Roma di Luis Enrique tiene palla in attacco senza segnare e non ha linea difensiva. Quella con Totti e De Rossi al timone può dare impulso per vincere Roma-Inter, ma la sostanza di una stagione resta. Giocatori buoni sono arrivati, e tanti. Risultati no.