(A.Ghiacci) Di lui, oltre all’ormai nota voglia di non mollare mai, stupisce anche un’altra dote.Fabio Borini, a dispetto dei suoi 21 anni, si muove da attaccante navigato. Frutto anche della grande forza che ha nelle gambe, dotate di fasce muscolari elastiche ed esplosive. (…) Il risultato? Già cinque gol in campionato (oltre alla doppietta di ieri, uno al Genoa, uno al Cesena e uno cinque giorni fa a Cagliari), gli elogi continui di Luis Enrique, l’appoggio di una tifoseria che ha capito che lui correrà e darà sempre tutto per la causa. E i due gol di ieri, sono da attaccante vero, navigato appunto. Perché Borini, in sette minuti, tra primo e secondo tempo, irride due difensori del calibro di Samuel e Lucio. Davanti all’argentino si permette il lusso della finta e invece del sinistro usa il destro per battere Julio Cesar, con Samuel che finisce a terra. Contro il brasiliano invece, stop a seguire, resistenza per la carica di ritorno alle spalle, con Lucio a terra e ancora gol. Ma Borini come si definisce? «Un rompiscatole (lo chiamò così Ancelotti ai tempi del Chelsea perché anche in allenamento, in campo dava fastidio a tutti, ndr) . Pressare alto non è facile e non tutti gli attaccanti lo fanno volentieri. I campioni dell’Inter? E’ solo una spinta in più, ma il gol vale anche con le squadre minori» . Ragazzo serio Borini, che però a microfoni spenti scherza: «Sono Borini mattatore: «Ancelotti mi ha definito un rompiscatole, è vero. Disse pure che assomigliavo a Pippo Inzaghi: io un po’ mi ci rivedo. Il mio sogno è la Nazionale. Siamo stati quasi perfetti» serio solo davanti alle telecamere…» .
RIPRESA –Roma bella e vincente, dopo il ko di Cagliari. Come si passa in quattro giorni dalle stalle alle stelle? «Siamo stati quasi perfetti, abbiamo concesso poco e in più siamo stati bravi a creare molto e, stavolta, anche a concludere. Si lo so, dai quattro gol subiti ai quattro fatti, è un difetto caratteriale di squadra che va migliorato. Anche il pressing è un altro esempio, quello degli attaccanti dà un segnale a tutta la squadra, e se siamo corti corriamo tutti un po’ meno. Poi è chiaro, ci vuole anche un po’ di fortuna, visto che a Cagliari Agazzi ha fatto una bella parata su di me e poi ci sono state altre occasioni non andate a buon fine» . Borini poi, sottolinea i valori che il gruppo giallorosso ha ormai fatto propri. Per esempio quello che tutti sanno di non avere il posto assicurato: «Non esistono titolari, per guadagnarci il posto dobbiamo lavorare bene durante la settimana, dobbiamo dare sempre il massimo. Poi stavolta ci sono state tre partite in sette giorni e quindi c’è stato bisogno di tutti. Il segreto è che giochiamo per divertirci, anche se lavoriamo duramente»