Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Roma Radio. Queste le sue parole:
A che punto siamo del lavoro?
“Guardo sempre avanti, senza guardare indietro ciò che è stato. C’è una bella atmosfera, vengo con grande piacere la mattina nel mio ufficio”.
Se lo immaginava così il ritorno?
“Cerco di essere sempre me stesso, di conseguenza portando il mio metodo e le mie idee, ma senza stravolgere. Cerco di costruire e non distruggere, le persone mi sorridono e mi auguro che questo non si leghi a qualche risultato. Bisogna trattare vittorie e sconfitte allo stesso modo. Le sconfitte possono essere salutari”.
Luoghi comuni da sfatare, si risolve tutto con il gioco. Com’è il rapporto con i calciatori?
“Credo di si, il giocatore vuole coerenza e le competenze diventano importanti, devi far vedere. Giudicare un allenatore solo la domenica senza guardare il lavoro della settimana… I ragazzi hanno capito che conta più il gruppo che il singolo, riuscire a far ammorbidire questo aspetto è stato importante”.
Il turnover, non è stata capita la forza della rosa
“Abbiamo scelto 2 titolari per ruolo, l’idea è di coinvolgere tutti. Cerco di non cambiare molto ogni partita, ci sono caratteristiche tecniche e caratteriali di cui tenere conto, non solo l’aspetto fisico. Il ko di Vigo ne è l’esempio, ho messo tanti giocatori nuovi ma era preso. Sono stato massacrato e giudicato, ma ho vissuto quel ko come motivo di crescita”.
“Non accontentarsi” è la parola d’ordine?
“Assolutamente si, lo ribadirò oggi ai ragazzi. A Roma si va oltre il momento, ci si esalta presto. Va anche bene esaltarsi, ma pretendo anche il massimo: dobbiamo dimostrare ogni giorno di essere validi”.
Il giovedì già ha una formazione in testa?
“No, il giovedì gnocchi (ride, ndr). Sì, tendenzialmente sì. Ho instaurato un buon rapporto dove mi dicono anche loro se non sono in condizione, magari non ha 90 minuti nelle gambe o pulito totalmente. E’ la miscela giusta, mi danno un feedback. A volte invece scelgo ugualmente, perché magari lo ritengo indispensabile. Prima del Chelsea stavano tutti bene (ride, ndr), non te lo diranno mai che stavano bene. Anche Karsdorp con mezzo allenamento ha detto che era pronto”.
Hai visto le partite?
“No, ieri sono andato dal Papa. Ci tenevo, poi la sera sono stato a cena in famiglia. Io stacco tantissimo dal mio mondo, bisogna vivere con qualità e non quantità. Devi essere concentrato al momento giusto, ma vivere solo di quello”.
L’idea di qualcosa da migliorare?
“Possiamo migliorare nella ricerca della verticalità. Bisognerebbe forzare un po’ le giocare. Una squadra che fa 30 tiri in porta in una partita può fare qualche gol in più, ce l’abbiamo nelle corde”.